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BENI CULTURALI: SCOPERTA IN MONTEFALCO LA CANTINA DEI FRATI ... PER 500 ANNI FURONO I VINIFICATORI PIU' PROLIFICI DEL TERROIR DEL SAGRANTINO

Torna alla luce, dopo la polvere dei secoli, a Montefalco, patria del Sagrantino, il famoso rosso rilanciato nel mondo da Marco Caprai, la cantina dei frati, nei secoli scorsi i vinificatori più prolifici del territorio. Nei lavori di ampliamento e restauro del Museo di Montefalco sono stati rinvenuti i resti di antichi opifici del convento della chiesa di San Francesco, utilizzati un tempo per la produzione di vino.

La chiesa, costruita tra il 1335 e il 1338, è stata retta dai frati fino al 1863, quando passò in proprietà al Comune di Montefalco: in questo lasso di tempo sarebbero state ricavate all’interno dell’edificio sacro le vasche per la produzione di vino. E’ il Comune a ricordare - in una nota stampa - che da un passaggio dello statuto di Montefalco datato 1703, relativo all’autorizzazione alla vendita al minuto del vino, si desume che i frati avessero estese proprietà e le più vaste cantine di Montefalco.

“Ottimamente conservate - assicura il sindaco Valentino Valentini - le cantine sono una testimonianza concreta dell’unione che esiste a Montefalco tra le nostre produzioni agricole ed i nostri beni culturali”.

Per la prima volta le antiche cantine, riallestite con materiali del XVIII e XIX secolo per la lavorazione delle uve e la produzione di vino, sono state rese accessibili e visitabili. Nel convento della chiesa di San Francesco hanno lavorato artisti di grande fama, quali il giovane Benozzo Gozzoli (1452), che proprio a Montefalco cominciò la sua attività indipendente, ed il Perugino (1503) già nella sua fase matura. Un documento storico conservato nell’Archivio di Stato di Spoleto (la Trascrizione dell’inventario dei beni mobili del Convento dei Frati Minori Conventuali della Chiesa Museo di San Francesco del 1798) conferma la presenza di una cantina perfettamente allestita e funzionale con vasche per la pigiature delle uve e la raccolta del vino, botti, botticelle, bigonci e altre attrezzature tipiche della produzione di vino. Ma già negli Statuti del 1692 si trovano altre indicazioni preziose riguardo alla produzione di vino, tra cui quelle sulla vendemmia, dove si afferma: “Nesuna persona ardisca, o presuma vendembiar vigna alcuna avanti 20 di’ del mese ottobre nel distretto di Montefalco in pena di 10 libre. E ciascuno possa accusare, e denunziare, et habbia la terza parte del bando. Et il Podesta’ debbia farne inquisizione per vincolo di giuramento”.

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