Una crescita del 7% di volume nel 2022 che si prevede sarà mantenuta nel quadriennio 2022-2026, marcando un ulteriore aumento sul +5% registrato tra il 2018 e il 2022: questi sono i numeri significativi che il mercato delle bevande a zero o basso contenuto alcolico registrano in 10 mercati chiave (Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Giappone, Sud Africa, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti) secondo l’Iwsr-International Wine & Spirits Research. Due sono le principali motivazioni: motivi salutistici (assumere meno alcol per limitarne i danni al corpo) o funzionali (assumere meno alcol perché si è stanchi o perché bisogna lavorare o guidare). Come raccontiamo, ormai, sempre più spesso su WineNews, le previsioni mostrano un fenomeno in crescita, di almeno un terzo entro il 2026: la stima è del +6% annuo, in volume, fino al 2027, trainata soprattutto dalle bevande analcoliche, a +7%, mentre per quelle a basso tenore alcolico la previsione è di un +3% all’anno.
Una tendenza che già spopolava da tempo negli Usa e in Gran Bretagna, soprattutto tra i giovani (Millennial e Gen Z), ma che ormai vede una crescita nei consumatori, da tutto il mondo e di tutte le fasce di età che hanno deciso di diminuire, o eliminare del tutto, il consumo di alcol dalle loro abitudini. E se tanto se ne parla nel mondo del vino, anche la birra cavalca il trend, tanto che secondo il colosso Asahi Europe & International (di cui fa parte Peroni Nastro Azzurro) in un 2023 difficile anche per il settore delle amate bionde, con il mercato in Europa sceso del 4-5% a volume, le non alcoliche hanno fatto registrare una crescita di oltre il 10% nel 2030, con il colosso che punta a portare il peso del venduto della tipologia al 20% dall’attuale 6%.
Un trend, questo, che si inserisce nel cambiamento che sta attraversando il life style, dove si riscontra più attenzione, più consapevolezza e voglia di stare bene nell’assunzione di cibo e bevande, ma anche in un trend di inclusione che sta interessando trasversalmente il marketing della produzione di beni e servizi. Dalla moda ai cosmetici, dallo sport al cinema, anche il mondo del cibo si è mosso in questa direzione - proponendo per esempio alternative vegetariane e vegane, gluten o dairy free. Quello delle bevande non poteva essere da meno nel proporre soluzioni salutiste e infatti sta riscontrando un successo senza pari.
Secondo l’Iwsr, i consumatori di bevande analcoliche che bevono abitualmente anche alcolici rappresentano ben il 78% del mercato, mentre aumentano coloro che si astengono dall’alcol in alcune occasioni. Una fetta crescente di consumatori che, soprattutto tra i giovani adulti (la cosiddetta Gen Z), invece, rinuncia del tutto all’alcol è in costante incremento: questo dato indica spazi di crescita per il settore, indicazione che viene rafforzata dal fatto che per il 50% di coloro che, nel 2023, hanno bevuto una birra analcolica o un vino dealcolato, fosse la prima volta, segnalando una sempre maggiore apertura verso i prodotti NoLo (usando l’acronimo con il quale sono stati ribattezzati dagli analisti), anche di chi consumava alcolici in precedenza.
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