La produzione nazionale di spumanti è in crescita di circa il 9% sul 2023, soprattutto con marchi aziendali e Igt, e ha sfiorato quest’anno il miliardo di bottiglie. Anche i fatturati delle case spumantistiche sono in crescita nel 2024, mentre si registrano cali per le aziende vitivinicole di vini fermi mediamente del 4-5%, con punte anche del 15%, accentuando così una certa diversità tra produttori all’interno degli stessi territori e regioni. Per tutto il vino italiano, si stima un fatturato annuo alla produzione vicino ai 14 miliardi di euro, e un nuovo record dell’export prossimo agli 8 miliardi di euro. A tracciare il bilancio è l’Osservatorio vini spumanti ed effervescenti (Ovse) insieme al Centro analisi mercati e consumi e osservatorio economico (CevesUni), e che segnalano un andamento che finora ha premiato “l’attenzione, il risparmio e la diversità” con le bollicine in prima fila nel “salvare consumi ed export”.
Questo, nonostante il consumo nazionale di spumanti si presenti stazionario, spinto sì dal Prosecco, ma comunque giudicato molto altalenante, con un forte ritorno alla “stagionalizzazione” e “localizzazione” dei consumi, ma in crescita del giro d’affari al consumo, soprattutto nel canale horeca, principalmente per i marchi e territori più noti e per le bollicine Docg e Doc, mentre viene osservato un calo dei numeri e degli atti d’acquisto nella distribuzione organizzata, dove si registra anche una flessione del fatturato a dimostrazione di una crescita delle bollicine di prima fascia.
Si confermano volumi e valori nel canale cash and carry e discount, mentre l’e-commerce, dopo il boom, risulta in fase stazionaria con diverse etichette e tipologie in calo negli acquisti. Anche le bollicine “green” nelle diverse versioni e tipologie non fanno presa, molto meno dell’appeal che riscuotono i vini fermi con il 2024 che si conferma “no-wine” per la generazione Z, per la quale Ovse e CevesUni suggeriscono di trovare formule nuove, da proporre e comunicare bene per avvicinarli al settore.
Spumanti italiani che rappresentano oramai il 30% dell’export totale nazionale di vino. Oltre alla crescita del fatturato delle case spumantistiche (in media il 7-9%) si stima anche un +14% in valore al consumo, poco meno del +7% in volume, e con il Prosecco a fare ancora una volta da traino con un +10%. Perdono terreno (anche del 7-14% in volume) Paesi come Cina, Regno Unito, Giappone, Germania, Svizzera e Corea del Sud, mentre crescono in numero di bottiglie consumate Stati Uniti, Canada, Australia, Francia e Russia.
Nei diversi mercati, i valori unitari sono in forte crescita sia per etichette di prima fascia che premium: a parte brand storici come Asti, il consumo di bollicine italiane Asti e Prosecco, Franciacorta e Trentodoc, avviene principalmente fuori casa, anche se il Prosecco cresce nei consumi domestici. Si registra una domanda non ancora soddisfatta - anche per la tipologia bolle - dei vini no-alcol, ma da definire meglio come bevande spiritose a base di uva.
Nel frattempo gli spumanti stanno entrando nel loro momento dell’anno più “chic”, quello delle festività natalizie. Per fine anno 2024 e inizio 2025, si confermano i dati del 2023, con crescita dei consumi sia nel comparto horeca, che della spesa degli italiani e anche del fatturato delle imprese di distribuzione. Ma se gli scaffali sono sempre più ricchi di etichette e tipologie (soprattutto Prosecco), il carrello della spesa risulta meno pieno: le bottiglie di primo prezzo sono stazionarie, mentre crescono in volumi le etichette premium di Franciacorta, Trento, Alta Langa, Valdobbiadene e, di conseguenza, si registra anche una crescita maggiore del giro d’affari sul mercato.
Già tra il 12 e il 15 dicembre 2024 si sono registrate le prime vendite promozionali di confezioni miste bolle-panettone e il trend di fine anno sembra avere un ritmo simile a quello del 2023, con volumi misurati ma più valore. In Italia nelle festività si stapperanno circa 95 milioni di bottiglie per un controvalore al consumo di poco meno di un miliardo di euro. Nella sola notte che saluta la fine dell’anno bisestile, si stima che salteranno tra i 69 e i 71 milioni di tappi a fungo. Nei mercati esteri, ormai quasi 140 quelli destinatari, per fine anno si prevede una crescita confermata delle bollicine tricolori, soprattutto Igt e di marca, con circa 250 milioni di bottiglie stappate in 35 giorni, pari a più di 1,7 miliardi di euro di export.
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