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GRANDI VINI

Bordeaux, più ombre che luci per l’“en primeur” 2023, nonostante i forti ribassi dei prezzi

Cali medi del -22,5% (con punte del -41%) sulle quotazioni 2022, ma gli ordini non decollano. L’analisi del Liv-Ex
ALESSANDRO SARZI AMADÈ, Bordeaux, CHATEAUX, DISTRIBUZIONE, En Primeur, LIVE-EX, PREZZI, SARZI AMADE, VINO FRANCESE, Mondo
Il magazzino di un wine merchant di Bordeaux (ph: Bordeaux Négoce)

“Il calo forte dei prezzi sull’annata 2023 va contestualizzato dopo l’aumento scriteriato del 2022, ma il segnale è chiaro. Bordeaux è un mondo a parte, ma è il mercato a cui tutti guardano, e questo andamento avrà ripercussioni, lentamente, su tutti i grandi territori”. Parole, queste, a WineNews, di Alessandro Sarzi Amadè, che con la Sarzi Amadè distribuisce in Italia tanti top brand della Gironda (nomi come Lafite Rothschild, Latour, Margaux, Lynch-Bages, Petrus, Angelus, Cheval Blanc e Yquem, per citarne alcuni), e che, a campagna “en primeur” ormai conclusa, fotografano il momento particolare di uno dei territori da sempre “trendsetter” per il mercato dei fine wines, segmento che sembrava intoccabile, ma che come ogni altro settore del mercato enoico, sta vivendo mutamenti profondi.
A partire proprio dal fatto che gli châteaux di Bordeaux, per esempio, sembrano iniziare a pretendere dai clienti meno acquisti di vini “minori” per concedere assegnazioni dei vini più blasonati. È una delle evidenze del report “Bordeaux 2023 - A small step in the right direction” (“un piccolo passo nella direzione giusta”) del Liv-Ex, piattaforma londinese considerata punto di riferimento per il mercato secondario dei grandi vini. Secondo cui i ribassi dei prezzi richiesti dal mercato e accolti dagli châteaux, che hanno messo in vendita i loro vini ad un ribasso medio del -22,5% sull’annata 2022 (con punte anche del 41,1%, e ribassi sopra il -30% anche per i nomi più altisonanti, come abbiamo riportato qui), non sono bastati a far ripartire il mercato, tanto che ad oggi gli ordini sono sotto a quelli per l’annata 2022 del -13,4%, confermando il clima di attesa raccontato, a WineNews, ancora, da Alessandro Sarzi Amadè.
In più, a pesare, c’è un’annata così così, con grandi picchi qualitativi, ma anche molti prodotti giudicati mediocri, con un giudizio qualitativo medio di 94,5 punti su 100 secondo i membri del Liv-Ex, di poco sotto a quello dato dai principali critici internazionali selezionati dal Liv-Ex (da Neal Martin e Antonio Galloni di “Vinous” a Lisa Perotti Brown, a Jane Anson), che posizionano l’annata 2023 al settimo posto tra le ultime 15 (escluse la 2019 e la 2020, per le quali non è stato effettuato il sondaggio tra i membri del Liv-Ex a causa della pandemia, nrd), e non la rendono particolarmente desiderabile. E in effetti ad oggi le vendite non vanno benissimo, e i wine merchant Uk, per esempio, fondamentali per il mercato del Bordeaux, prevedono vendite a -25% rispetto a quelle dell’“en primeur” 2022.
Insomma, l’ennesima campagna interlocutoria e che sembra mettere ancora più in discussione il sistema dell’“en primeur”. Per di più, sottolinea il Liv-Ex, in un contesto in cui l’elevato costo del denaro e la sempre maggiore propensione del trade a fare meno scorte e ad immobilizzare meno capitale, penalizza un mercato come quello dell’“en primeur”, in cui si acquistano vini ancora lontani dalla loro effettiva uscita sul mercato.

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