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L’INDAGINE ASTRARICERCHE

Caffè, non solo una sveglia, ma un rito che unisce tutto il Paese: e se è italiano “si sente”

L’81% di italiani riconosce quello “made in Italy” ad occhi chiusi, per 9 su 10 è uno dei nostri simboli all’estero. E un’esperienza per tutti i sensi
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Il caffè, un’esperienza per tutti i sensi

Il caffè è un rito che si ripete ogni giorno più volte. È la “sveglia” del Paese alla mattina, un’occasione di convivialità tra amici durante la giornata e qualche volta anche una piccola scusa per prendersi una pausa dai vari impegni. L’odore delle miscele dentro ai bar e il borbottio della moka a casa ci preparano ad un’esperienza che stimola tutti i cinque sensi con tutte le sue varianti: cappuccino, mocaccino, macchiato, corretto. Ognuno lo prende come preferisce, ma su una cosa tutti concordano: deve essere buono, e spesso buono è sinonimo di made in Italy. È su quanto ha indagato AstraRicerche per Consorzio Promozione Caffè nel suo studio “Se è italiano … si sente! - Gli Italiani e il Caffè”: il 98% degli intervistati ha dichiarato di bere caffè abitualmente e per il 92% di loro si tratta di un’abitudine che scandisce non solo i diversi momenti della giornata, ma anche le varie occasioni di convivialità. Un aspetto, quest’ultimo, molto importante soprattutto per gli italiani tra i 25 e i 34 anni. Oltre a essere considerato come una “sveglia” per il Paese (91%), è anche un momento d’incontro (92%) e un gesto d’amore rivolto alle persone a cui lo offriamo (91%). Non meno importante è il concetto di tradizione, che anche in questo caso mette praticamente tutti d’accordo: è un rito che ci unisce da Nord a Sud (92%) e che richiede una precisa gestualità sia nel prepararlo (91%), sia nel berlo (90%). Molto apprezzata dai più giovani è anche la varietà che il panorama italiano offre in termini di miscele e tipologie (lo è per il 91% dei ragazzi tra 25 34 anni rispetto all’89% della media degli intervistati).
“Il caffè è da sempre considerato un simbolo del made in Italy nel mondo - ha commentato Michele Monzini, presidente Consorzio Promozione Caffè - ma quanto valore è racchiuso per gli italiani stessi dentro questa affermazione? La fotografia che ci restituisce AstraRicerche da un lato ci conferma il legame indissolubile tra gli italiani e il caffè e dall’altro ci sorprende per il patrimonio di eccellenza, innovazione, creatività e tradizione che la tazzina, in quei pochi sorsi, è capace di raccontare al popolo che l’ha resa celebre nel mondo”.
Il caffè è, infatti, tra i prodotti agroalimentari italiani più esportati nel 2023, con un giro d’affari di oltre 2 miliardi di euro (+6,8% sul 2022): si tratta di uno dei settori industriali storicamente più legati al nostro know how. Ne sono primi sostenitori gli italiani stessi, secondo cui la qualità del caffè è ben rappresentata sia da marchi celebri (92%), sia da piccole torrefazioni (87%). Inoltre, è considerato un mix straordinario tra tradizione e creatività (91%) e un simbolo del made in Italy (90%), oltre a rappresentare nella torrefazione il “saper fare italiano” (89%).
Da sempre il caffè fa sentire a casa gli italiani, soprattutto quando sono fuori dai propri confini, in quanto certi che il “nostro” sia il migliore del mondo (88%) e che sia apprezzato ovunque (86%), soprattutto dagli stranieri quando sono in Italia (80%): gli italiani, infatti, amano trovarlo all’estero mentre viaggiano (89%) e sono convinti di poterlo riconoscere anche a occhi chiusi (81%), ma soprattutto sono convinti che contribuisca a creare un’immagine positiva dell’Italia nel mondo (89%) e a esportare il nostro modo di intendere il caffè (83%). Ma qual è il simbolo del caffè italiano per gli stranieri nel mondo? Gli italiani non hanno dubbi: è l’espresso (61%), seguito da quello della moka (22%).
Bere un caffè non è una semplice abitudine, per il 70% degli intervistati si tratta di un’esperienza capace di coinvolgere tutti e cinque i sensi e che segue delle tappe molto precise. Si inizia con l’olfatto: l’aspetto più apprezzato, infatti, è il profumo, sia del caffè appena fatto (91%), sia della miscela o dei chicchi appena tostati (88%). Arriva quindi il gusto, inteso come sapore (89%) e calore (84%), sensazione quest’ultima apprezzata anche a livello tattile (81%), seguito dall’udito, con il borbottio della moka (84%) che supera il suono della macchina del bar (68%).
Ultima tappa, ma non meno importante, la vista, in particolare quando si tratta di giudicare l’aspetto finale del caffè e dei suoi “fratelli”, come cappuccino o caffè macchiato (83%). Per gli italiani, anche la gestualità che anticipa la degustazione del caffè è parte di questa esperienza multisensoriale. Fondamentale è la cura nella presentazione (82%), come la scelta della tazzina e del cucchiaino perfetti e l’accostamento con un bicchiere d’acqua o un cioccolatino.
Non meno importanti la precisione nel dosarlo e l’attesa nel vederlo salire nella moka o scendere dalla macchina del bar (78%). A 7 italiani su 10, inoltre, piace macinarlo personalmente e apprezzano anche la particolare attenzione di alcuni baristi nello scaldare la tazzina, mentre poco più della metà degli intervistati ama la velocità della macchina a capsule o a cialde (per i 25-34enni si sale oltre il 65%) e le modalità più di nicchia, come la cuccuma napoletana, il caffè turco non filtrato o l’alambicco di vetro.

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