Cala il sipario sul Simposio dei Masters of Wine e, per la vice presidente dell’Istituto, Sarah Jane Evans, è già l’ora dei primi bilanci: “giornate intense e ricche di riflessioni. Diversità, comunità ed integrità le parole d’ordine per il futuro”

Dopo 4 giorni di seminari, degustazioni ed eventi, cala il sipario sul Simposio dei Masters of Wine, per la prima volta in Italia, a Firenze, e capace di far incontrare il gotha del vino mondiale, tracciando le linee guida per i prossimi anni. “Abbiamo vissuto giornate intense e bellissime - ha spiegato Sarah Jane Evans, vice presidente dell’Istituto dei Masters of Wine, nel discorso di chiusura dei lavori - in cui ci siamo arricchiti tutti di idee e riflessioni, tra grandi vini e cene indimenticabili. È stato il Simposio con la maggior rappresentazione geografica e, per i prossimi anni, l’obiettivo è farci nuovi amici, in tutto il mondo, a partire proprio dall’Italia. Ogni Simposio, in questi anni, ha insistito su un tema, e in questa edizione abbiamo deciso di puntare su tre principi: eccellenza, apprendimento ed interazione. Ma, nei lavori, si sono liberate tante altre idee, come la diversità, che abbiamo visto in 450 persone, di cui 120 Masters Of Wine, ognuno qui a titolo diverso. Una diversità che fa parte del mondo enoico, fatto di vitigni e vini diversi, appunto, ma anche di diverse filosofie produttive, e di modi diversi si affrontare i mercati. Poi c’è il concetto di integrità, venuto fuori più di una volta nei seminari di questi giorni, intesa anche come integrità delle nostre relazioni commerciali. Senza mai dimenticare che noi, innanzitutto, siamo una comunità: Masters of Wine, studenti, commercianti, facciamo tutti parte di una stessa grande comunità, e nei prossimi anni - conclude Sarah Jane Evans - dovremo imparare a stare ancora più connessi, per educare al vino i nuovi consumatori di ogni parte del mondo, ma anche per scambiarci opinioni e contenuti, lungo i 4 anni che ci porteranno al Simposio del 2018”.