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AGROALIMENTARE

Carlo Petrini: “inaccettabile ricorrere al caporalato e vendere a 50-60 euro una bottiglia di vino”

Dal palco di Terra Madre il fondatore di Slow Food interviene sullo sfruttamento dei lavoratori durante la vendemmia
CAPORALATO, CARLO PETRINI, SLOW FOOD, VENDEMMIA, Italia
Carlo Petrini (credit: Alessandro Vargiu)

“Noi vogliamo sapere chi è che ricorre al caporalato per vendemmiare e produrre vino perchè non vogliamo comprarle quelle bottiglie”: a dirlo dal palco di Terra Madre Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, che, durante il suo intervento, ha citato il caso emerso la scorsa estate dei lavoratori sfruttati nelle Langhe durante la vendemmia. “Ricorrere al caporalato su questa terra, vendere a 50-60 euro una bottiglia di vino e sapere che dietro c’è il caporalato è inaccettabile”, afferma.
I produttori, avverte Petrini, “non possono dire “noi paghiamo le cooperative”, non possono non sapere quanto li pagano, non possono lavarsene le mani. Fortunatamente è una minoranza ma esige da parte nostra una risposta chiara, netta. Non è possibile tollerare una cosa di questo tipo”, conclude Petrini, che sui temi del caporalato e del giusto valore del cibo aveva già parlato in un’intervista a WineNews.

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