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IL TREND

Che sia al ristorante o nella spesa per la “schiscetta”, in pausa pranzo vince l’effetto fedeltà

Indagine realizzata per Edenred Italia da Bva Doxa: per una persona su due che magia fuoricasa, la scelta ricade sempre sullo stesso locale
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La pausa pranzo al ristorante è molto diffusa in Italia

Locale che vince, non si cambia. Ristoranti, bar, trattorie, pizzerie, chioschi, gastronomie: l’Italia, da Nord e Sud, offre una panoramica per tutti i gusti, e tasche, tanto che non manca la scelta, sempre più personalizzata, per chi la pausa pranzo sceglie di farla in un locale. Eppure, nonostante l’abbondanza della proposta, per una persona su due questa scelta ricade sempre sullo stesso ristorante. È questo un trend dell’indagine realizzata per Edenred Italia da Bva Doxa e che fa luce su una delle abitudini più importanti degli italiani (attraverso una serie di interviste su un campione di 1.000 lavoratori).
Ma cosa mangiamo prima di rientrare a lavoro? Metà degli intervistati dicono pizza, pasta, prodotti da forno come panini, piadine e toast, le insalatone, tutti “grandi classici” italiani. In quanto a frequenza di consumo, 6 lavoratori su 10 vanno sui primi piatti, verdure e pietanze a base di carne, mentre 4 lavoratori su 10 gradiscono spesso anche piatti etnici, come poke (15%), sushi (11%) e kebab (10%). Tra le cucine più apprezzate vince quella italiana (9 dipendenti su 10), ma che non è l’unica a ricevere apprezzamenti perché due terzi del campione ama anche la cucina asiatica, giapponese e cinese in primis, e 3 su 10 anche quelle messicana, statunitense (fast-food) e greca.
La pausa pranzo fuori si rivela momento di socialità (per 9 dipendenti su 10), e sovente viene trascorsa insieme ai colleghi di lavoro (60%), generalmente due o tre (53%). A tavola si mangia, ma si parla di hobby, sport e tempo libero (56%), lavoro (54%), viaggi e vacanze (49%), programmi tv, cinema e serie (36%). L’orario di picco della pausa pranzo scatta alle 13 e la sua durata media, secondo il campione intervistato, è di 45 minuti.
Ma c’è anche chi preferisce portarsi il pranzo da casa nella popolarissima “schiscetta”, soprattutto al Sud, dove il 42% ha dichiarato di gestire spesso in questo modo la pausa pranzo (contro il 35% del Nord-Est). Una pratica gettonata dai Millennial (45%), seguiti dai Baby Boomer (30%). L’82% di chi utilizza la schiscetta acquista i prodotti da cucinare, il 18% decide, invece, di utilizzare ingredienti già in frigorifero. L’effetto fedeltà ritorna anche qui visto che per almeno la metà degli intervistati la scelta del supermercato ricade su un numero limitato di esercizi (il medesimo oppure tra i 2/3 di fiducia). La ricerca di prodotti specifici è frequente soprattutto nelle generazioni più giovani (Millennial e Gen Z), che ne fanno un comportamento ricorrente in 9 casi su 10, diversamente da Gen X e Baby Boomer (7 casi su 10). Le pietanze portate a lavoro sono preparate, per l’80% degli intervistati, dalla stessa persona che le consumerà. Vincono i primi piatti (80%), la pasta è la “regina”, per la quale c’è una differenza di genere: è la schiscetta prediletta per il 46% degli uomini, mentre le donne la scelgono nel 34% dei casi; invece, i piatti di verdure, n. 2 tra le pietanze preparate più spesso, piacciono più alle donne (61% contro il 53% dei maschi). E poi ci sono la preparazione di toast o panini ed i piatti di carne (specialmente pollo), portati in ufficio da 4 intervistati su 10.
Tra pranzo fuori e schiscetta si inseriscono alcune soluzioni alternative per la pausa pranzo, come l’ordinazione di cibo da consumare in ufficio, scelta frequente per il 15% degli intervistati, con una forte differenziazione tra Gen Z (25%) e Baby Boomer (8%); al Sud il 22% degli intervistati si serve del delivery per pranzare in ufficio, mentre al Centro è solo il 10% a prediligere questa soluzione.

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