La pesca è sempre più in crisi per colpa del clima avverso: dopo il fenomeno del granchio blu e la strage di pesci nella laguna di Orbetello, stavolta è essere colpito è il comparto della molluschicoltura, in particolare quella della Costa dei Trabocchi, litorale abruzzese in provincia di Chieti (ed a cui di recente si è legato anche il progetto dello spumante abruzzese a marchio collettivo “Trabocco”, ndr).
L’allarme arriva direttamente da Maurizio Di Pietro, presidente dell’organizzazione di produttori (Op) acquacoltori del territorio, e Franco Ricci, presidente Flag Costa dei Trabocchi, che hanno chiesto un incontro urgente alla Regione Abruzzo per poter valutare possibili interventi a sostegno degli operatori. Come riferito dal presidente Op, infatti, negli impianti delle imprese aderenti al consorzio e dislocate nel territorio compreso tra Ortona e Vasto, i danni da alcune settimane sono già ingenti e irreversibili. All’origine della morìa delle cozze e del seme ci sono le avverse condizioni meteorologiche della stagione 2024, caratterizzata dalle alte temperature delle acque marine che non hanno apportato la giusta quantità di ossigeno nei tessuti dei mitili provocandone la morte. Connesso a questo problema c’è poi il fenomeno della mucillagine, un aggregato di materiale organico composto da sostanze che vengono rilasciate da diversi organismi marini: acque troppo calde infatti generano scarso idrodinamismo, favoriscono l’aggregazione della neve marina in mucillagine, in cui può essere inglobato qualsiasi altro materiale o microrganismo. Di per sé non si tratta di un rischio per la salute umana, ma è di fatto un potenziale habitat dove batteri e virus, a volte anche patogeni per l’uomo, possono proliferare indisturbati. Inoltre, l’acqua di mare può anche diventare inadatta alla balneazione, non solo a causa del cattivo odore. A chiusura della concatenazione dei problemi il tema della siccità che ha determinato uno scarso apporto idrico da parte dei fiumi e, di conseguenza, una forte riduzione del nutrimento per i molluschi bivalvi. “Finora - spiega Di Pietro - abbiamo già perso l’intero prodotto adulto, pari a 7.000 quintali di mitili, e l’80% del novellame, pari a 10.000 quintali che avrebbero generato 30.000 quintali di prodotto adulto. Continuando così, entro settembre avremo perso l’intero seme e questo significherà dover ripartire praticamente da zero, come se avessimo appena aperto gli impianti, con la raccolta dei prodotti per il commercio che non avverrà prima del 2026. Siamo davvero disperati”. Tra le soluzioni proposte dal Consorzio e dal Flag Costa dei Trabocchi agli enti preposti, tra i quali la Regione Abruzzo, il riconoscimento dello stato di calamità, l’individuazione di forme di indennizzo diretto o la rateizzazione degli importi dovuti al fisco e agli enti previdenziali (tasse, contributi, iva, concessioni demaniali), sia arretrati che futuri, almeno per i prossimi due anni. Ed ancora si chiede alle istituzioni di adoperarsi con gli istituti bancari, affinché consentano una moratoria sui mutui accesi dagli imprenditori del settore.
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