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CON IL “SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE”, PRIMO IN ITALIA, LE MENZIONI GEOGRAFICHE DI BARBARESCO, BAROLO E DIANO D'ALBA ORA ONLINE. A FORNIRE QUESTO MODERNO STRUMENTO TELEMATICO IL CONSORZIO DEL BAROLO BARBARESCO ALBA LANGHE ROERO

Il Consorzio Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero, primo in Italia, ha messo a punto uno strumento telematico per conoscere più da vicino le zone di produzione di Barbaresco, Barolo e Dolcetto di Diano d’Alba. Si tratta del “Sistema Informativo Territoriale” su piattaforma internet (gis-web), che, direttamente dal portale del Consozio (www.langhevini.it), permette di visualizzare la cartografia delle menzioni geografiche aggiuntive dei tre vini di Langa.
Il presidente del Consorzio Claudio Rosso, sottolinea la rilevanza del lavoro svolto sulle menzioni geografiche aggiuntive, aggiungendo che “i nomi che abbiamo normato sono antichi e appartengono alla tradizione di Langa. I produttori li utilizzano da lungo tempo, ma delimitarli in via ufficiale richiedeva una forte volontà. L’accordo sulle menzioni geografiche aggiuntive è stato raggiunto solo dopo lunghe e faticose discussioni tra i produttori”.
A testimonianza della volontà del territorio e dei produttori di individuare e specificare le zone d’origine è importante ricordare l’esempio del Comune di Diano d’Alba, che già nel 1986, pochi anni dopo il riconoscimento della Doc, pubblicò la mappa delle aree per l’attribuzione della menzione del nome di vigneto. Per primo in Italia, questo paese langarolo si dotò di uno strumento urbanistico d’avanguardia, il Piano Regolatore dei Sörì, segnando così una tappa importante nella storia della vitivinicoltura nazionale. Nel dialetto locale la parola Sörì indica i terreni più vocati per la coltivazione della vigna in virtù del particolare microclima e della composizione del suolo.
Il direttore del Consorzio, Claudio Salaris, ricorda che “il Consorzio è il primo in Italia ad avere ufficializzato i nomi di quelli che comunemente sono chiamati cru o sottozone, delimitando e proponendo di inserire nei Disciplinari l’elenco e i confini di tutte le aree interne alle zone di produzione dei vini Barbaresco, Barolo e Dolcetto di Diano d’Alba. L’intero territorio di produzione è stato mappato e, tramite internet, produttori, consumatori ed esperti del settore da oggi dispongono anche di uno strumento tecnologico molto preciso che visualizza la mappatura delle menzioni geografiche aggiuntive”.
Il “Sistema Informativo Territoriale”, oltre alla cartografia delle menzioni, consente di visualizzare la Carta Tecnica Regionale, le Mappe Catastali Numeriche e, grazie a un modello matematico del territorio, alcune tematizzazioni, quali la carta delle esposizioni e quella delle pendenze. Il Sistema permette agli utenti di visualizzare le informazioni su livelli sovrapponibili.

Cosa sono - Ecco le menzioni geografiche aggiuntive del Barbaresco, del Barolo e del Diano d’Alba
Le menzioni geografiche aggiuntive sono aree delimitate all’interno della zona di produzione. A differenza dei cru francesi, le menzioni geografiche aggiuntive non connotano vini di qualità superiore, bensì indicano l’origine più precisa dei vini prodotti e commercializzati: infatti, i vini che riportano in etichetta la menzione geografica aggiuntiva sono prodotti esclusivamente con uve provenienti da quella particolare zona geografica.
L’introduzione delle menzioni geografiche aggiuntive nei Disciplinari di produzione consente di definire meglio la piramide qualitativa, di esaltare il legame tra prodotto e territorio, di segmentare meglio il mercato e riportare in etichetta informazioni più chiare a vantaggio del consumatore. Le menzioni geografiche aggiuntive del Barbaresco sono parte integrante del Disciplinare di produzione da febbraio 2007.
Le menzioni geografiche aggiuntive del Barolo e del Dolcetto di Diano d’Alba sono ancora “proposte”, in quanto al vaglio del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali: diventeranno effettive solo dopo l’approvazione del Comitato Nazionale per la Tutela e la Valorizzazione delle Denominazioni di Origine e delle Indicazioni Geografiche Tipiche dei Vini e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto di riconoscimento.

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