Un giro d’affari di 16,4 miliardi di euro nel 2023, a +2,% sul 2022 (di cui 14,8 miliardi sviluppati solo dalla parte retail, e derivante dal wine & food per una quota intorno al 90% del totale), con una “market share” pari all’11% della gdo nazionale, che conferma Coop secondo player del settore, con una crescita imponente, come da strategia industriale, del prodotto a marchio proprio del distributore, che ha raggiunto i 4,5 miliardi di euro di fatturato ed una quota del 40% sul totale in volume. Sono i numeri principali del bilancio 2023 di Coop Italia, che vede continuare “il positivo percorso di riposizionamento che centra gli obiettivi prefissi”.
Tra i dati più importanti, l’occupazione generata, spiega una nota ufficiale, si attesta poco sotto i 59.000 dipendenti, con una flessione dell’1,5% sull’anno precedente, frutto della riconfigurazione della rete vendita. Contemporaneamente aumenta la percentuale di donne in ruoli direttivi, che sfiora il 35%. “Un dato da anni in crescita che testimonia l’impegno di Coop sui temi dell’inclusione e della parità di genere. Non a caso lo scorso febbraio Coop, prima nella Grande Distribuzione Organizzata, ha ottenuto la Certificazione della Parità di Genere secondo la Uni Pdr 125”. Immutato il dato della base sociale; sono oltre 6,2 milioni i soci (oltre un quarto delle famiglie italiane è proprietaria delle 75 cooperative associate) con una prevalenza di donne (58,1%). Entrando nel dettaglio, nel 2023 l’aggregato delle 7 cooperative più grandi fa segnare risultati economici in netto miglioramento sugli anni precedenti. Il risultato d’esercizio torna stabilmente positivo (0,2% del fatturato) con un incremento di oltre 115 milioni sull’anno precedente. Un miglioramento dovuto al miglioramento del valore aggiunto (15,8%, +1% sul 2022) e ad un contenimento dei costi che ha dovuto comunque tenere conto dell’incremento dei costi energetici e dei primi effetti del percorso di rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro. L’Ebitda si attesta al 3,7% e lo stesso Ebit torna prossimo alla parità (-0,2%) pur in un anno segnato dagli effetti delle dinamiche inflattive, delle conseguenti difficoltà della domanda finale e dall’inasprimento della competizione (soprattutto) dei discount. Si conferma, peraltro, la forte patrimonializzazione delle cooperative (6,5 miliardi il capitale proprio) e la progressiva riduzione dell’indebitamento, in particolare quello a breve termine (in riduzione di 1,1 miliardi nell’ultimo anno). Il prestito sociale si attesta poco sopra i 7,2 miliardi con oltre 1 milione di soci prestatori, a cui le cooperative hanno distribuito 23 milioni di interessi.
Per Coop, spiega ancora una nota ufficiale, è stato anche l’anno in cui può dirsi sostanzialmente arrivato a conclusione (a parte alcuni segmenti merceologici) il progetto di riposizionamento che ha portato a scaffale nell’arco di due anni circa 5.000 nuovi prodotti a marchio (tra proposte fino ad oggi inedite, riformulazioni e cambi di packaging). Un’innovazione nell’offerta complessiva che ha fatto sì che la marca Coop diventasse leader nell’80% delle categorie con un tasso di penetrazione che supera il 95% (ovvero il 95% dei soci e consumatori Coop ha messo nel carrello almeno un prodotto a marchio). L’incidenza sul totale delle vendite ha superato il 40% e a fine 2023, il fatturato generato dal prodotto a marchio Coop ha toccato i 4,5 miliardi di euro. “Al centro dell’iniziativa rimane prioritaria la difesa del potere di acquisto dei soci e dei consumatori Coop”.
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