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Corriere Fiorentino

Eldorado Montalcino 900 mila euro l’ettaro … L’acquisto sto da Parte di Castello Banfi stabilisce un nuovo record per un terreno vitato. Dal 1966 il valore è cresciuto del 4,405%, ma questo mette in difficoltà i piccoli produttori... Il nuovo record segnato dal valore di un ettaro di viti di Brunello a Montalcino ha fatto rumore. E non poteva essere altrimenti visto che nel 1966, anno del riconoscimento della Doc, un ettaro vitato valeva 1,8 milioni di lire, pari a 15.537 euro, e oggi è stato venduto a 900.000 euro, con un incremento del valore pari al 4.405 per cento. Quattromilaquattrocento volte in più. E non detto che la crescita si fermi, anzi. La maxi quotazione è stata segnalata da Winenews.it in relazione all’acquisto di 2 ettari iscritti a Brunello da parte di Castello Banfi che così è arrivata ad avere 173,2 ettari a Brunello, superando Castelgiocondo, la tenuta dei Marchesi Frescobaldi che conta 166 ettari a Brunello, cui però vanno “aggiunti” i 13 ettari della Tenuta Luce, sempre nella doc Brunello, da cui nascono i vini di Luce della Vite Frescobaldi. Un record che conferma la salita inarrestabile del valore del territorio - tanto che nel 2016 un ettaro di vigneto a Brunello oscillava sui 350.000 euro e ora e salito ad una media di 650-700.000 euro, con picchi attorno ai 900.000 euro - ma che crea anche qualche problema ai piccoli. Come ammette Riccardo Talenti, la cui famiglia produce Brunello da tre generazioni, vice presidente del Consorzio che raggruppa 210 imbottigliatori di cui il 60 per cento sono piccole aziende. “La crescita di valore dei vigneti significa la crescita di tutto il territorio e della sua economia ma anche un problema per i piccoli che certo non posso-no acquistare né crescere per dimensioni - dice Talenti Possono comprare solo grandi soggetti, chi ha le spalle larghe e chi vende fa un guadagno ragguardevole. Ma dall’altro punto di vista chi mantiene l’azienda ha un valore sicuro, può contare su una attività solida”. I motivi di questa supervalutazione? “Sono almeno due: l’ultima apertura dell’albo del Brunello è del 1998, venti anni fa, quando gli ettari crebbero del 40%, arrivando a 2.000. Da allora sono gli stessi 2.000, tutti nel territorio del Comune di Montalcino, anche ora che si è fuso con San Giovanni d’Asso, ma nel frattempo il valore e la fama del Brunello è cresciuta tanto, con il boom che risale all’inizio degli anni Ottanta: nel 1966 le aziende che imbottigliavano erano appena 20... - risponde Talenti Inoltre sono arrivati investitori da fuori, anche esteri, grandi gruppi che si sono inseriti bene, rispettando tradizione, territorio e tessuto produttivo, ma dato che gli ettari sono solo 2.000 se vogliono terreno lo devono pagare molto... E anche nel 2019 ci potranno essere alcune piccole acquisizioni dato che alcune fattorie vitivinicole non hanno chi continua a portare avanti l’attività ed i fondatori sono ormai anziani”. Risultato, prezzi in aumento e nessuna volontà di mutare gli equilibri o allargare la Doc, un processo che comunque richiederebbe quasi dieci anni. “Il Brunello ha una produzione potenziale di 12 milioni di bottiglie ma al massimo ne sono state prodotte io milioni, nel 2010 spiega il vice presidente del Consorzio perché teniamo la resa delle vigne al di sotto di quella consentita dal disciplinare anche per garantire la qualità. Non c’è quindi alcuna idea o prospettiva di allargare gli ettari dell’albo del Brunello dato che è possibile incrementare la produzione nell’ambito del territorio delimitato venti anni fa”. Secondo i dati più recenti solo a Barolo con 1,2 milioni di euro ad ettaro (e punte perfino di 2,5 milioni per le zone più di pregio) si supera Montalcino e in Toscana per valore seguono Bolgheri con 400.000 euro ad ettaro e punte di 500.000 euro, Chianti Classico con una media di 170.000 euro e Chianti con valutazioni sui 70/90.000 euro ad ettaro, mentre il Nobile di Montepulciano vale tra i 120.000 ed i 150.000 euro. “Brunello, Bolgheri e Chianti Classico sono senza dubbio le tre Doc di riferimento dei rossi toscani, quelle sotto i riflettori - conclude Talenti Bolgheri è la denominazione più moderna e internazionale, cresciuta tantissimo negli ultimi anni; Brunello e Chianti, che sta risalendo bene sul mercato, denominazioni più legate al territorio e al Sangiovese. Alle nostre radici ed identità”.

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