Cresce la percezione del made in Italy in Cina, per i suoi settori più distintivi (arredo, moda ed enogastronomia), ed è una buona notizia, anche se il concetto di lusso è ancora associato soprattutto alla Francia, che è ancora lontanissima, anche sul fronte del vino. È lo stato dell’arte che emerge dall’indagine di Business Strategies, come raccontato oggi dalla Ceo Silvana Ballotta, nei lavori del “Belt and Road Summit” di Shenzhen, organizzato da The European House Ambrosetti e China Development Institute (di scena il 22-23 novembre).
“La svolta cinese sulle importazioni annunciata dal presidente Xi Jinping parte dalle sue classi medio alte. La survey da noi realizzata sull’upper class cinese - ha detto Ballotta - mostra come il made in Italy sia ben posizionato rispetto ai principali competitor, in particolare su arredamento e design, dove il Belpaese sbaraglia la concorrenza con il 41% delle preferenze contro il 21% del made in Japan e il 16% della Francia”.
Secondo il campione, rilevato questa estate da Business Strategies su 2.000 rappresentanti delle metropoli di Pechino, Shanghai, Canton e Hong Kong, il made in France prevale nel settore moda e accessori - dove è meglio rappresentato nel 38% delle risposte - e soprattutto sul vino, con il 62% delle preferenze. In entrambi i casi la seconda protagonista è l’Italia, rispettivamente con il 27% e 22%. Made in Italy medaglia d’argento anche nel cibo dietro al Giappone, mentre gli Stati Uniti sono più rappresentativi nell’automotive.
Per la Ceo di Business Strategies, azienda fiorentina specializzata in percorsi di internazionalizzazione in particolare nelle aree asiatiche, “la Cina non si è ancora innamorata dell’Italia, ma quest’ultima ha tutte le carte in regola per corteggiarla con migliori risultati nel prossimo futuro, quando le grandi opere accorceranno le distanze, anche culturali, tra i 2 Paesi. I viaggi (55%), il cibo di origine straniera (47%), la moda (43%) e i vini stranieri sono infatti in cima alla lista dei prodotti su cui il benestante cinese prevede un aumento della propria spesa nei prossimi 2-3 anni”.
La verticale sul vino vede invece il Belpaese in netto svantaggio sulla leader Francia: creatività, passione, convivialità, semplicità sono gli aggettivi/immagini associati all’Italia, con la Francia eno-paradigma per tradizione, qualità, classe, status symbol, cool, costo. Un’immagine, quella del lusso, associata anche in generale al Paese transalpino.
Nel Summit è stato presentato un position paper realizzato da The European House - Ambrosetti. Si tratta di un profondo lavoro di ricerca per identificare i numeri chiave, le zone di investimento speciali e le attività economiche e industriali scatenate dalla Belt and Road Initiative in Eurasia.
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