Come annunciato, Veronafiere, leader nel panorama fieristico italiano e internazionale, soprattuto nel settore del vino, con Vinitaly, ma non solo, ha cambiato pelle: da “ente autonomo” a Spa, dopo il via libera dell’assemblea dei soci, il 29 novembre. Nessun cambiamento nella compagine societaria, per ora, con il maggior azionista che rimane il Comune di Verona con il 37,04%, seguito da Fondazione Cariverona con il 22,59% e dalla Camera di Commercio di Verona con il 12,18% (e poi ancora Banca Popolare di Vicenza, Società Cattolica di Assicurazione, Banco Popolare, Veneto Agricoltura, Provincia di Verona, Intesa San Paolo, Banca Veronese Credito Cooperativo di Concamarise, Immobiliare Magazzini srl e Regione Veneto, come si legge su www.veronafiere.it), ma di certo con questo passaggio la fiera diventerà “una società con una capacità operativa più snella, efficace ed efficiente, ed essere una Spa ci permetterà di poter valutare opportunità di accesso o finanziamento da parte della compagine societaria e di altre fonti più veloci e rapide di quelle a cui eravamo abituati come ente, e credo che sia un passaggio storico per la Fiera di Verona”, spiega a WineNews il direttore generale Giovanni Mantovani. Che aggiunge: “sul piatto c’è un piano industriale da 94 milioni di euro di investimento fino al 2020, in parte sulla infrastruttura fieristica, per competere alla parti con i migliori standard più importanti quartieri fieristici europei. E non parlerei più di neanche di quartiere, ma di piattaforma, di relazioni e comunicazioni, anche perchè buona parte di questi investimenti andranno nella “digital trasformation”, per creare una vera community digitale tra operatori, produttori, aziende clienti, con contatti sempre più facilitati per essere operativi tutto l’anno. E poi c’è una grande investimento sui prodotti, perchè non possiamo dimenticare - sottolinea Mantovani - che Verona è leader mondiale in tanti settori, e vogliamo sviluppare questa leadership anche a livello internazionale con partnership nei mercati più interessanti, ovviamente nel wine & food, ma anche nel marmo, nell’edilizia, e nel settore agricolo e delle agro-tecnologie, che abbiamo rilanciato negli ultimi anni e che può essere una opportunità veramente importante”.
Il vino, con Vinitaly (www.vinitaly.com) e Vinitaly International (www.vinitalyinternational.com), e l’agricoltura, con Fieragricola (www.fieragricola.it) e non solo, ovviamente, in primo piano. E proprio sul fronte vino sono già in arrivo novità, che Mantovani anticipa: “non voglio svelare molto prima di Wine2Wine (il forum per le imprese vitivinicole di scena il 6-7 dicembre a Verona, www.wine2wine.net, ndr) dove ci saranno degli approfondimenti sul tema, ma posso dire che c’è grande attenzione ad iniziative anche innovative sul mercato di Cina, sicuramente, e poi questa nuova e positiva collaborazione sul mercato più importante del mondo che è quello americano, con l’Ice, per favorire già da quest’anno una aggregazione sistemica dentro a “Vino 2017: Italian Wine Week”, la settimana del vino italiano, come primo step per costruire una nuova strategia in Usa, che ci veda protagonisti in un mercato che, peraltro, come ci dicono i dati, il vino italiano deve seguire con grande e sempre maggiore attenzione, anche perchè i competitor non stanno a guardare”.
Di certo, al formula delle Spa, apre, come sottolineato da Mantovani, a nuove possibilità di finanziamento o di modifiche alla compagine societaria di Veronafiere che, ad oggi, è fatta soprattutto da istituzioni e operatori bancari. In futuro arriveranno anche altri tipi di investitori?
“Prima di tutto pensiamo a mantenere un forte radicamento con la compagine che rappresenta il nostro territorio, quella che ci da la forza di essere Veronafiere e di essere leader. Ovviamente l’essere Spa ci permette di pensare anche ad altre soluzioni, anche se ad ora non ci sono dossier già aperti in questo senso”.
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