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LA CURIOSITÀ

Da una casa rurale nelle Cinque Terre ad una malga sul Monte Grappa, tra i nuovi Beni Fai 2025

Sono cinque i luoghi che il Fondo Ambiente Italiano apre al pubblico nei 50 anni della sua fondazione e che raccontano la storia dell’agricoltura

Podere Case Lovara, a Punta Mesco, nel Parco Nazionale delle Cinque Terre, una casa rurale con vigneto, uliveto e orti su uno spettacolare terrazzamento a picco sul mare, raggiungibile solo a piedi lungo il sentiero che collega Levanto e Monterosso; Villa Rezzola a Lerici, il più bel giardino inglese della Liguria di Levante, in una villa di fine Ottocento che abbraccia con lo sguardo l’intero golfo da Portovenere a Lerici; Casino Mollo, un casino di caccia seicentesco ai margini del bosco dei Giganti di Fallistro, già Bene Fai nel Parco Nazionale della Sila, a Spezzano della Sila, in Calabria; Monte Fontana Secca e Col de Spadaròt, una malga a 1.461 metri di altitudine sul Massiccio del Grappa, nel Comune di Setteville, che tornerà ad essere un pascolo delle tipiche vacche burline, con casera per produrre il formaggio, e soprattutto uno spazio didattico dove insegnare la pastorizia di montagna; e Case Montana, un piccolo edificio rurale settecentesco che domina il Giardino della Kolymbethra, già Bene Fai, e che testimonia e racconta il paesaggio storico rurale della Valle dei Templi di Agrigento. Ecco i cinque Beni Fai che raccontano pagine di storia anche del mondo dell’agricoltura italiana e che saranno inaugurati ed aperti al pubblico nel 2025 in occasione dei festeggiamenti dei 50 anni dalla nascita del Fai-Fondo Ambiente Italiano, fondato nel 1975 a Milano, da Giulia Maria Crespi e Renato Bazzoni, con Alberto Predieri e Franco Russoli.
Cinquant’anni di “un civile servizio” che la Fondazione, oggi guidata da Marco Magnifico, svolge a fianco delle istituzioni, con i cittadini e per il Paese, con una missione che si invera nella cura di luoghi speciali con lo scopo esclusivo di educare la collettività alla conoscenza, alla frequentazione e alla tutela del patrimonio di storia, arte e natura italiano, grazie a 16.000 volontari, 300.000 iscritti, donatori e sostenitori, istituzioni e cittadini. “Che adempiono con il loro servizio al mandato dell’articolo 9 della Costituzione che affida alla Repubblica la tutela e la promozione del patrimonio culturale italiano, non allo Stato, non agli enti locali, ma alla Repubblica, intesa nel suo insieme. Invocare la “res publica” come responsabile della salvaguardia del patrimonio culturale significa che ciascuno di noi deve sentirsi partecipe del dovere di preservare l’eredità delle innumerevoli città sviluppatesi nel nostro territorio per farne la matrice della propria identità plurale, capace di orientare il senso del nostro divenire nel mondo di oggi, nel mondo globale”, ha detto il Ministro della Cultura Alessandro Giuli.
Il Fai partì da 1.000 metri quadrati sull’isola di Panarea e festeggia i suoi 50 anni con una donazione a Lipari, che porta a 72 i luoghi speciali salvati e recuperati, di cui 56 aperti regolarmente al pubblico - nel 2024 visitati da oltre 1,1 milioni di persone - e 16 attualmente in restauro. Le “Giornate Fai di Primavera e d’Autunno” hanno consentito negli anni l’apertura di oltre 23.000 luoghi d’arte, cultura e natura visitati da più di 15 milioni e mezzo di italiani, le iniziative della Fondazione hanno coinvolto oltre 4 milioni di studenti, di cui più di 550.000 hanno potuto svolgere un’esperienza di cittadinanza attiva nel ruolo di Apprendisti Ciceroni, e, infine, grazie al censimento “I Luoghi del Cuore”, che dal 2003 a oggi ha registrato oltre 11 milioni di voti, già 162 luoghi hanno potuto beneficiare di preziosi interventi di recupero e valorizzazione.

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