Italia, paese di santi, navigatori e dehors: il 42% dei pubblici esercizi, tra il 2020 e il 2023, ha investito quasi 700 milioni di euro per allestire o ammodernare i dehors dei propri locali. “Parliamo di circa 110.000 imprese che hanno agito per rispondere alle nuove esigenze di consumo della clientela nel rispetto dell’interesse pubblico alla sicurezza e al decoro urbano” spiega Luciano Sbraga, vice direttore Fipe-Confcommercio, intervenuto nei giorni scorsi in audizione alla Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame della proposta di legge in materia. “A tal proposito, da sempre sosteniamo la necessità di un cambiamento di paradigma che segni il passaggio dall’attuale occupazione di suolo alla progettazione dello spazio pubblico. Il problema non sono i pubblici esercizi, tantomeno i dehors, ma l’assenza di una progettazione integrata dello spazio urbano in grado di permettere la coesistenza armonica di tutti gli elementi che lo compongono, inclusi i locali con i loro dehors” ha affermato Sbraga. Ma c’è anche chi, come il Comune di Roma, storce il naso all’idea di trasformare, in maniera permanente, le città in “mangifici” a cielo aperto, che rischiano non solo di rappresentare un ostacolo alla viabilità di auto, bici e pedoni, ma anche, se non regolamentati, di stravolgere i paesaggi urbani e di rappresentare un fastidio per i residenti nelle ore notturne, specialmente in certe zone in cui la “movida” è particolarmente vivace.
“La proposta di legge va nella direzione auspicata da tempo dalla Federazione - sottolinea Luciano Sbraga - e ha i meriti non solo di consacrare lo straordinario valore che ha assunto nelle città italiane la presenza di dehors collegati a ristoranti e caffè, ma anche la volontà di mettere in maggiore connessione Soprintendenze e Comuni, consentendo una migliore valorizzazione degli spazi su cui poter strutturare la somministrazione all’aperto. La pandemia ha fatto emergere con forza un nuovo modo di vivere gli spazi pubblici, affidando ai dehors di ristoranti e caffè un ruolo decisivo nella caratterizzazione del paesaggio urbano e nel miglioramento della qualità della vita. Una convinzione - continua Sbraga - confermata anche dalle opinioni di cittadini da cui emerge un giudizio generalmente positivo nei confronti degli spazi esterni di locali, bar e ristoranti. A tal riguardo il caso di Roma è emblematico. Nonostante una crescita intensa e veloce delle installazioni di dehors a seguito dell’emergenza sanitaria ed a causa di politiche estremamente restrittive adottate in precedenza, oltre il 70% dei cittadini ritiene che i dehors siano un punto di ritrovo dove prima non c’era nulla, che riqualifichino persino il patrimonio edilizio preesistente, che migliorino l’estetica dell’ambiente urbano e che rappresentino degli importanti presidi di legalità e sicurezza lungo le strade della città”, ha concluso Sbraga.
Ad oggi, con la legge 214/2023, è stato prorogato fino al 31 dicembre 2024 il regime di semplificazione su dehors e tavolini all’aperto, che permetterà ai titolari di pubblici esercizi di non richiedere l’autorizzazione paesaggistica e culturale per gli spazi esterni funzionali all’attività di somministrazione di alimenti e bevande. Il deputato di Fratelli d’Italia Gianluca Carampana ha presentato una proposta di legge che proprio in questi giorni è in Commissione Attività produttive alla Camera dei Deputati, con le audizioni delle associazioni di categoria.
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