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DI FRONTE ALLE NUOVE NORME SULLA SICUREZZA STRADALE, LE CITTA’ DEL VINO RIBADISCONO: “CHI GUIDA NON DEVE BERE”

“Chi guida non deve bere: questa è la regola fondamentale che deve stare alla base di qualsiasi nuova norma il Governo abbia intenzione di varare. Se è condivisibile attuare tutte quelle norme che aiutano ad educare ed informare sui pericoli dell’abuso di alcol e sull’uso delle droghe quando si è alla guida, dall’altra appare discutibile il limite della “tolleranza zero” fino ai 21 anni, come se poi, il compimento di quell’età autorizzi i giovani a bere di più, pur dovendo guidare, fino ad un massimo di 0,5. Occorre avere il coraggio di essere inflessibili a qualunque età. Oppure di intervenire migliorando le politiche culturali, di formazione e di educazione al consumo consapevole. Perché in discoteca si va anche dopo i 21 anni e, magari, già dal giorno del proprio compleanno”. Così le Città del Vino - l’associazione dei comuni a più alta vocazione vitivinicola d’Italia - esprimono la propria perplessità di fronte alle possibili novità, già previste dal testo di riforma del codice della strada su cui ha lavorato la Commissione Trasporti della Camera, che arriva ora all’esame del comitato ristretto per il via libera definitivo. È l’articolato che, secondo quanto anticipato dal Ministro dei Trasporti Altero Matteoli, potrebbe essere recepito in un decreto del Governo per varare d’urgenza una stretta sul fronte del grave problema degli incidenti stradali.

“Campagne pubblicitarie, messaggi sui display autostradali e divieti di vendita dopo una certa ora - sottolinea il Presidente delle Città del Vino Valentino Valentini - non sembrano da sole scongiurare quello che appare ormai un bollettino di guerra degli incidenti dovuti ad alcol, droga e mix dei due. Alcol che in realtà significa superalcolici e non certamente vino, coinvolto ingiustamente nella campagna contro gli abusi, e condannato a pagare responsabilità che decisamente non appartengono alle modalità del suo consumo, almeno quello più consapevole. Le Città del Vino sono da sempre promotrici del ritorno ad una vera e propria opera di formazione alla conoscenza del vino e degli alcolici, delle droghe e dei loro effetti, della prevenzione e del consumo consapevole, per educare i giovani ad una vita sana e di qualità, rivolgendosi alle due colonne portanti della scuola e della famiglia, e auspicando un’azione coordinata da parte dei Ministeri della Salute, delle Politiche Giovanili, dello Sport, della Solidarietà Sociale, dell’Interno e dei Trasporti”.

Più educazione a partire dalle scuole elementari, con l’inserimento tra le materie anche di elementi base di educazione stradale e di educazione alimentare, temi, questi, affrontati solo sporadicamente dalle scuole e grazie solo alla buona volontà di alcuni insegnanti. Più educazione in sede di rilascio di patentini (per la guida dei motorini fino a 16 anni) e per il rilascio delle patenti, con l’introduzione di quiz e lezioni sugli effetti dell’abuso di alcol e dell’uso di droghe. Più controllo sulle strade da parte delle forze dell’ordine, che vanno dotate di più strumenti, mezzi e personale. Più autocontrollo a partire dalle stesse famiglie, e, una volta fuori, quando si va al ristorante, con l’introduzione dell’etilometro per monitorare il proprio livello alcolometrico prima di rimettersi in viaggio. Più collaborazione da parte delle associazioni di categoria e della ristorazione per verificare programmi promozionali ed educativi.

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