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BIBLIOTECA ENOGASTRONOMICA

E se non fosse il singolo consumatore a dover affrontare la crisi ecologica, sociale e climatica?

Nel libro “Il cibo è politica” Fabio Ciconte afferma che è l’azione collettiva l’unica salvezza. Anche per quanto riguarda ciò che mangiamo
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Nel suo nuovo libro Fabio Ciconte lancia una provocazione culturale e politica

Abbiamo sempre pensato di poter risolvere l’emergenza climatica mangiando meno carne, sprecando meno cibo o usando meno plastica. Ci siamo convinti di poter cambiare lo stato delle cose esclusivamente con l’azione individuale. Eppure, la crisi ecologica, sociale ed ambientale non accenna a migliorare. Forse è arrivato il momento di ammetterlo: non saranno le nostre azioni quotidiane a metterci in salvo. Anzi, rischiano addirittura di essere parte del problema, perché ci distraggono dalle responsabilità reali della politica e dei mercati. Ecco perché bisogna ritornare ad agire collettivamente. É questa la tesi del libro di Fabio Ciconte (ambientalista e scrittore, fondatore e direttore dell’associazione Terra!) “Il cibo è politica” (Edizioni Einaudi, 2025, 144 pagine, prezzo di copertina 13 euro), secondo cui ci siamo concentrati sui comportamenti individuali dimenticandoci delle responsabilità politiche. La soluzione per affrontare la crisi ecologica, sociale e climatica è proprio l’azione collettiva. A partire dal cibo.
Il libro parte da un interrogativo: è davvero sufficiente essere dei bravi consumatori? Ma se la domanda fosse sbagliata? Se il mito del consumatore consapevole fosse controproducente? “Persino nei supermercati - scrive Ciconte - tutto il cibo sembra essere diventato sostenibile, green. Eppure qualcosa non ha funzionato perchè, nel frattempo, la produzione di carne è aumentata, la plastica pure, i cibo senza packaging sembrano non esistere più, mentre i record sullo spreco alimentare aumentano di anno in anno. Com’è possibile? Com’è possibile che la sportina di stoffa, la dieta a base vegetale o la borraccia con cui abbiamo sostituito la bottiglia in plastica non stiano sortendo i risultati sperati? É arrivato il momento di ammetterlo: non sarà la nostra azione individuale a metterci in salvo”.

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