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“PASTADAY” (25 OTTOBRE)

Elemento centrale della nostra tradizione culinaria, la pasta al ristorante vale 3 miliardi di euro

Secondo un’analisi TheFork, è proprio il piatto-simbolo del made in Italy ad avere un ruolo cruciale nella soddisfazione dei clienti
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Torna il 25 ottobre la “Giornata della Pasta”, regina anche al ristorante

Il consumo di pasta nei ristoranti italiani rimane uno degli elementi centrali della tradizione culinaria del nostro Paese, affermandosi come un piatto amato da residenti e turisti: secondo le stime Coldiretti, il valore del mercato della pasta in Italia, solo considerando la ristorazione, supera i 3 miliardi di euro l’anno. Questo dato sottolinea l’importanza economica del piatto, che non solo è amato per la sua versatilità, ma anche per il suo valore culturale e simbolico. Secondo dati forniti dalla Fipe/Confcommercio (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), la pasta figura tra le portate principali nell’80% dei menu dei ristoranti italiani, mentre un report dell’Osservatorio Sigep sottolinea che nei ristoranti italiani la pasta rappresenta quasi il 30% del totale delle portate ordinate, con percentuali ancora più alte nelle regioni del Centro e Sud Italia.
A conferma dei dati, una recente analisi, realizzata per il “Pasta Day” (25 ottobre), da TheFork (piattaforma leader nella prenotazione dei ristoranti by TripAdvisor), ha evidenziato il ruolo cruciale della pasta nella soddisfazione dei clienti, concentrandosi sui ristoranti che hanno ottenuto un rating superiore a 8.8. Utilizzando le keyword “pasta”, “pasta più buona” e “pasta fresca”, sono stati individuati 5.906 ristoranti in questo campione di alta qualità.
Tra i fattori più apprezzati nelle recensioni, spiccano la freschezza della pasta e l’eccellenza della preparazione, evidenziando una preferenza netta per prodotti artigianali e lavorati con cura.
Tra i ristoranti selezionati da TheFork per onorare questa tradizione attraverso formati e ricette tipiche di ciascuna regione, in Val d’Aosta troviamo il “Ristorante Bistrot Royal” (Courmayeur), con gli chnéffléne, originari della vallata di Gressoney, preparati con toma di Gressoney, erba cipollina e noci. In Lombardia da “Bottega Razdora” a Milano, lo chef Matteo Monti prepara con cura diversi formati di pasta fresca e gustosissimi sughi, da assaporare direttamente in sala, ma anche disponibili per la vendita al dettaglio, mentre “La Taverna Valtellinese”, a Bergamo, propone nel menu gli immancabili pizzoccheri, con bietole, verze, burro e formaggi della Valtellina Dop. In Piemonte da “Brun - Buona Pasta Fresca”, a Torino, un’attenta selezione dei migliori grani antichi e la ricerca di filiere controllate a km 0: ottimi gli agnolotti di carne alla piemontese. In Liguria, il ristorante “Da leccarsi i baffi” a Genova offre primi tipici della tradizione ligure, come le trenette avvantaggiate. In Emilia Romagna “La Taverna di Roberto”, in pieno centro a Bologna, propone tagliatelle al ragù e tortellini in brodo. In Toscana nel menu di “Antico Fattore”, ristorante di Firenze, moltissime ricette a base di pasta fresca, come gli spaghetti al sugo grosso di carne, i pici alla buttera e i tortelli di patate alla crema di tartufo bianco.
Nel Lazio, da “Kitchen Pasta all’uovo”, a Roma, ottimi primi piatti a base di pasta fresca, tra cui i tonnarelli cacio, limone e pistacchio. In Abruzzo, il “Ristorantino”, a L’Aquila, offre una una ricca scelta di primi a base di pasta, come i tipici spaghetti alla chitarra cucinati in diverse varianti. In Campania, da “Semola Pasta bar” a Sorrento, sono da provare ricette e formati tipici della tradizione campana, come lo scialatiello alla pescatora o il fusillone alla genovese napoletana. In Puglia, al ristorante “Tipica cucina Barese”, non mancano i classici primi della tradizione regionale, come gli spaghetti all’assassina e le orecchiette con le cime di rapa. In Calabria, al “Ristorante Lucignolo” di Tropea, si possono trovare i fileja (o filej), un tipo di pasta originario di Vibo Valentia, qui da provare in moltissime varianti, a partire da quella classica con salsa di pomodoro e ‘nduja. In Sicilia, al “Madonieat “di Palermo, imperdibili gli anelletti al forno alla siciliana con ragù di carne, melanzane, provola bianca delle Madonie e ricotta salata. Infine, da “Macus in Fabula” a Cagliari, in Sardegna, sono da provare i malloreddus, gnocchetti freschi di semola al ragù rosso di salsiccia.

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