Far incontrare la domanda e l’offerta, nel mondo del lavoro, è più complesso di quanto si pensa. Perchè se è un dato di fatto che la crisi degli anni passati abbia portato ad una riduzione dei posti di lavoro in tanti settori, è altrettanto vero che spesso, le imprese, non riescono a trovare personale che, soprattutto all’uscita da un percorso di formazione scolastico, non ha le competenze richieste dall’azienda. Per questo diventano fondamentali progetti che uniscono la formazione, che sia di stampo scolastico o messa in opera da agenzie di formazione specializzate, e l’attività contemportanea all’interno delle imprese. Tante sono le formule possibili, e tra queste, una poco conosciuta è l’apprendistato di tipo duale, che prevede una concorrenza tra formazione scolastica o da parte di agenzie formative, e lavoro in azienda, con un contratto che prevede la retribuzione dell’apprendista che, al termine del percorso, dovrà comunque sostenere l’esame scolastico come in tutti gli altri casi. E rientra in questo caso il progetto europeo Erasmus Plus, che si occupa di vari settore, tra cui l’agribusiness. E, in questo senso, in un programma iniziato a fine 2018, e che vedrà il ciclo chiudersi alla fine del 2020, c’è anche l’agribusiness, ed il vino in particolare, su cui ha puntato forte la Regione Toscana, come spiega a WineNews Miriana Bucalossi, responsabile di Politiche Formative e Progetti Europei della Regione Toscana, che vede la Regioni, alcune associazioni di categoria, scuole e non solo, in campo sul tema con una rete che coinvolge anche Croazia, Grecia e Ungheria.
“Siamo partiti da due esigenze: il fatto che le imprese, nell’agribusiness, dalla trasformazione al vitivinicolo, dall’olio al vivaismo, lamentano la scarsa preparazione delle professionalità che arrivano nel mercato del lavoro, dall’altra il miglior uno strumento, l’apprendistato di tipo duale, che sconta la scarsa conoscenza dello strumento, sia da parte delle imprese che delle scuole e dalle agenzie formative. La convinzione è che se noi anticipiamo l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani, con un’alleanza tra agenzia formativa, scuola e impresa, riusciamo a formare in apprendistato una figura esattamente come serve all’azienda, e alla fine di questo percorso la persona consegue un titolo di formazione professionale, facendo un esame al pari degli altri, formandosi in parte in impresa, in parte con un percorso scolastico standard”.
In questo contesto, spiega la Bucalossi, la Toscana è l’unica Regione italiana per ora coinvolta, con partner come Assoenologi, Coldiretti e Cia Toscana, l’Istituto Agrario Bettino Ricasoli di Siena ed il Polo Tecnico Professionale Enotur di Siena, “che vede sempre il Ricasoli come capofila, ma che mette insieme una serie di Istituti Scolastici - aggiunge la Bucalossi che propongono una formazione legata all’ambito agroalimentare, ma con focus anche sulla ristorazione, sul turismo, sull’arte e così via” (ovvero il Pellegrino Artusi di Chianciano Terme, il Roncalli Sarrocchi di Poggibonsi, il Caselli di Siena, il Valdichiana di Montepulciano, il Leopoldo II di Lorena di Grosseto ed il “Tito Sarrocchi” di Siena, ndr)”.
Gli obiettivi del progetto sono presto detti: creare migliori opportunità di impiego e aumento del numero di coloro che ottengono un titolo di studio, arrivare a qualifiche maggiormente rispondenti ai bisogni delle imprese, aumentare l’offerta di percorsi di apprendistato di qualità nel settore agricolo e agroalimentare, attraverso il coinvolgimento delle piccole e medie imprese, costruire partnership sostenibili tra le istituzioni formative e le pmi a livello locale e transnazionale, aumentare la capacità delle Istituzioni Formative nell’organizzare e ospitare percorsi di apprendistato, aumentare la mobilità transnazionale e l’occupazione degli studenti in agricoltura. Mettendo in rete scuole, aziende e studenti d’Europa.
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