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ESCONO DAL MASTER ’“MBA IN WINE BUSINESS” DI TRIESTE GLI IMPRENDITORI VITIVINICOLI DI DOMANI … LE CANTINE ITALIANE DEVONO PUNTARE SULLA QUALITÀ E SULLA COMPETENZA

“Se i produttori italiani di vino vogliono ancora contare nel mercato internazionale, dovranno, tra le altre cose, investire nella formazione, arricchendo le competenze manageriali all’interno delle imprese, soprattutto nel settore commerciale”. Questa la personale “ricetta” di Gianni Zonin, il più grande viticoltore italiano, per affrontare e risolvere il difficile momento congiunturale che sta affrontando la nostra enologia. Gianni Zonin lo ha affermato nella premiazione con il “Wine Business Award 2005”, che gli è stato assegnato nella cerimonia di consegna dei diplomi ai partecipanti alla prima edizione del Master Mba in Wine Business di Mib School of Management, l’unico master italiano in gestione d’impresa per gli operatori del settore vinicolo. Questa prestigiosa istituzione, con sede a Trieste, è una delle più importanti del nostro Paese, e aziende illustri che vi hanno investito per la formazione dei propri manager. Nomi come Jermann, Schiopetto, Fazio Wines e Pellegrino: proprio il responsabile marketing di Pellegrino, Emilio Ridolfi, è stato l’unico a conseguire il diploma con merito.

Gianni Zonin ha portato ai giovani diplomati, che guideranno lo sviluppo di importanti imprese vinicole, la sua esperienza di imprenditore di successo: nel suo intervento ha voluto ripercorrere i cambiamenti che hanno segnato la storia del vino in Italia, seguendo l’evoluzione anche attraverso la storia della propria famiglia. Zonin ha poi ripercorso il cammino dell’azienda fino ai nostri giorni, i giorni della globalizzazione dei mercati: “come inevitabile, anche nel mondo del vino si è imposta la globalizzazione del mercato e l’internazionalizzazione del gusto. Per fronteggiare una concorrenza mondiale che appare ormai in grado di produrre vini tecnicamente molto buoni, anche se privi di storia e di terroir, c’è a mio parere una sola strada da percorrere: quella di puntare su vini dotati non solo di altissima qualità, ma anche dell’imprinting di un territorio di eccezione. Sono da sempre convinto che per l’Italia il vero punto di svolta per la viticoltura sia questo: puntare sulle nostre eccellenze”.

L’attuale situazione del mercato pone le imprese italiane davanti a scenari sempre più complessi: “il settore del vino in Italia - ha continuato Gianni Zonin - è composto da 800.000 produttori-viticoltori. La difficoltà del settore vitivinicolo italiano è insita nella dimensione delle sue aziende. E non è un male esclusivo del nostro comparto, perché “il piccolo” (che era bello negli anni Sessanta in tutti i settori dell’economia italiani) oggi è diventata una malattia che impedisce al nostro Paese di crescere e di competere”. Gianni Zonin ha poi avanzato la sua proposta per uscire da una stagnazione che sta penalizzando le imprese italiane: “qualità dei prodotti, acquisizione di competenze per gestire meglio l’azienda e vendere meglio il prodotto, ampliamento delle dimensioni delle imprese”. Saranno queste per il più grande produttore italiano le chiavi di volta per la ripresa e lo sviluppo del settore, presentate ai giovani diplomati che rappresentano il futuro del comparto vinicolo italiano.

Bernardo Lapini

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