L’obiettivo è ambizioso, ma possibile: raggiungere i 100 miliardi di export dell’agroalimentare made in Italy. Lo sostiene Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, in un intervento, pubblicato nei giorni scorsi, sul quotidiano economico “Il Sole 24 Ore”. Giansanti, che cita i dati già riportati dall’economista Marco Fortis, spiega che l’Italia è testa a testa con la Francia per il più alto valore aggiunto nell’Unione Europea.
L’Italia è il primo produttore in Europa di grano duro, riso e uva da vino, e il secondo per agrumi e olive. Le esportazioni agroalimentari dell’Italia risultano, tuttavia, ancora inferiori rispetto a quelle di Francia e Spagna: anche se nel 2022 hanno superato i 60 miliardi di euro, un record storico, c’è un potenziale ancora da realizzare, sottolinea Giansanti. L’export di settore può salire fino a 100 miliardi. Sulla Francia, il nostro Paese sconta un pezzo medio di vendita inferiore per i vini, mentre se ci confrontiamo con la Spagna siamo nettamente distaccati per l’export ortofrutticolo.
Proprio dall’Assemblea Confagricoltura, nelle scorse settimane, è scaturito il Piano di Sviluppo della filiera agroindustriale, rivolto al Governo, spiega il presidente Giansanti.
Tra i nostri punti deboli ci sono la mancanza di aggregazione - va quindi favorita una concentrazione dell’offerta - e una carenza di infrastrutture, che comporta per le aziende italiane maggiori difficoltà per arrivare con i propri prodotti sui mercati internazionali. A questo proposito Giansanti suggerisce un potenziamento del sistema di autostrade, ferrovie, porti e aeroporti, che colleghino Nord e Sud del Paese, oltre la realizzazione di quattro centri nazionali agroalimentari interconnessi tra di loro. Fondamentale anche lo sviluppo di accordi di filiera, oltre che il contributo di ricerca scientifica e innovazione tecnologica.
Nonostante i limiti strutturali, sono, comunque, buone le performance italiane verso i Paesi extra-Ue: secondo i dati dell’economista Marco Fortis siamo leader nella crescita delle esportazioni complessive tra i grandi Paesi europei, con +31,6% nel periodo 2019-2023, soprattutto grazie alla enorme differenziazione della nostra produzione; in particolare, per alimentari e bevande, il surplus commerciale - ovvero il saldo tra importazioni ed esportazioni - si attesta su +7,3 miliardi nel primo semestre 2023.
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