Continua a riassestarsi verso il basso il mercato dei fine wines, che, dopo i primi 2 mesi del 2024, vedono proseguire il trend di decrescita in corso da mesi, almeno guardando agli indici del benchmark di settore, Liv-Ex, che vede segni positivi, ormai, solo se si guarda ad un orizzonte di 5 anni. Il Liv-Ex 100, indice principale e di riferimento, da inizio anno, è in calo del -1,4%, che diventa -14,5% se su guardano gli ultimi 12 mesi (indice di cui, per l’Italia, fanno parte il Barolo 2019 di Bartolo Mascarello, il Brunello di Montalcino Riserva 2016 di Biondi Santi, il Barolo Falletto Vigna Le Rocche di Bruno Giacosa, il Barbaresco 2019 di Gaja, il Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno 2014 e 2015, il Masseto 2019 e 2020 e l’Ornellaia 2020 di Frescobaldi, il Sassicaia della Tenuta San guido 2018, 2019 e 2020, il Solaia 2019 ed il Tignanello 2019 e 2020 di Antinori, il Redigaffi 2020 di Tua Rita). Indice che, peraltro, vede le migliori griffe italiane in grande spolvero ed in controtendenza, visto il Masseto 2019 è il vino che ha visto crescere di più la sua quotazione nei primi due mesi dell’anno (+10,9%), il Sassicaia 2020 il terzo (+7,1%), ed in “top 5”, al n. 4, c’è il Barolo 2019 di Bartolo Mascarello, a +6,8%, (come il Pauillac 2019 di Chateau Pontet-Canet, mentre la seconda performance migliore è quella del Clos de Tart Grand Cru 2020 di Clos de Tart,), e, ancora, in “top 10”, cresce del +5,3% il Barolo Monfortino Riserva 2014 di Giacomo Conterno.
Allargando lo sguardo, fa ancora peggio il Liv-Ex 1000, indice più ampio della piattaforma, a -3,5% nel 2024 e ormai a -15,3% nei 12 mesi. A trascinare in basso le performance sono soprrattutto il tonfo del Burgundy 150 (-5,5% nel 2023, -19,4% negli ultimi 12 mesi), il -2,3% del Bordeaux 500 ed il -3% del Bordeaux Legends (-13% e -14,6% negli ultimi 12 mesi), ed in calo sono anche il Rhone 100 (-4,8% da inizio anno) e il Rest of the World 60 (-3,6%). A dare piccoli segni di inversione di tendenza, invece, sono lo Champagne 50 (che fa +1% a febbraio, e -0,8% da inizio anno), e l’Italy 100, che seppur con un modesto +0,1% a febbraio 2024, è l’indice migliore da inizio anno, a -0,6%, e anche quello che ha perso meno nei 12 mesi (-3,6%), nonché il secondo migliore nell’arco dei 5 anni (+31,8%, dietro solo allo Champagne 50), a +50,2% in un lustro.
Indice di cui fanno parte di cui fanno parte il Barolo di Bartolo Mascarello, con tutte le annate dalla 2010 alla 2019, il Barolo Falletto Le Rocche del Falletto Riserva di Bruno Giacosa (2000, 2001, 2004, 2007, 2007, 2011, 2012, 2014, 2016 e 2017), il Flaccianello della Pieve di Fontodi (annate dalla 2011 alla 2020), il Barbaresco di Gaja (dalla 2010 alla 2019), il Barolo Monfortino Riserva di Conterno (2001, 2022, 2004, 2005, 2006, 2008, 2010, 2013, 2014 e 2015), e ancora tutte le annate dalla 2011 alla 2010 di Masseto, Ornellaia, Sassicaia, Ornellaia e Tignanello.
A livello di performance, in “Top 10”, dietro al Masseto 2019, sul podio seguono il Solaia 2020 (+9,5%) ed il Sassicaia 2015 (+9,2%), davanti (con incrementi tra il +7,4% ed il +5,8%), al Flaccianello della Pieve 2018 di Fontodi, al Sassicaia 2020, al Barbaresco 2018 di Gaja, al Barolo 2019 di Bartolo Mascarello, al Sassicaia 2011, a Masseto 2015 ed al Flaccianello della Pieve 2016. Nel complesso, sono ben lontani, dunque, in tempi in cui si diceva che gli investimenti in vino rendevano più dell’oro, che, invece, è in crescita del +4,6% nel 2024, del +16% nei 12 mesi e del +55% in 5 anni.
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