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LAVORO NEI CAMPI

Flussi, caporalato e burocrazia, gli agricoltori alzano la voce: “servono interventi mirati”

La Cia Agricoltori Italiani dalla Toscana ribadisce il problema: in Italia manca manodopera per la stagione. Tante dinamiche: proposte alcune soluzion

La mancanza di manodopera in tutta Italia mette a dura prova le aziende agricole: raccolte come pomodoro e ortofrutta sono a rischio, le incognite sulla quantità disponibile di lavoratori non permette di pianificare la stagione e viene registrato anche un aumento delle pratiche irregolari. Tutti temi che sono stati affrontati, al Circolo Rigacci a Firenze, ieri, nel convegno “Lavoro e agricoltura in Toscana: scenari, prospettive, proposte”.
Quello che preoccupa gli imprenditori agricoli - toscani e non, perché il problema è esteso in tutte le Regioni della penisola - è la difficoltà nel reperire personale. Valentino Berni, presidente di Cia Agricoltori Italiani della Toscana, ha elencato alcune proposte: “sono necessari flussi fatti con maggiore anticipo, almeno semestrale - ha detto - le aziende devono essere sicure dei lavoratori che hanno a disposizione per pianificare la stagione e le lavorazioni”.
In tutta Italia è stato stimato che per la stagione della raccolta nei campi mancano 100.000 lavoratori. Come aveva spiegato a WineNews, Roberto Caponi, Direttore Area Politiche del Lavoro Confagricoltura, la più grande organizzazione datoriale dell’agricoltura italiana, parte del problema è la lentezza del processo del “click day”, con i relativi tempi tecnici per chiedere il visto dai paesi extracomunitari: “le quote del decreto flussi, invece, dovrebbero essere intorno alle 89.000 unità quindi ci si avvicina a quelle che sono le necessità”, aveva spiegato. Il problema è come questi vengano però distribuiti. “Sulla costa toscana tramite flussi sono arrivati zero lavoratori - lamenta il direttore di Cia regionale Giordano Pascucci - ed è qua che c’è la maggiore richiesta di manodopera agricola”. Poi c’è anche il tema dell’effettivo funzionamento della procedura.
Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, ha presentato nei giorni scorsi un esposto alla Procura Antimafia proprio su questo. Il motivo: “ci sono dati sproporzionati. Da alcune regioni, su tutte la Campania, - aveva affermato la premier - abbiamo registrato un numero di domande per extracomunitari, durante il “click day”, totalmente sproporzionato rispetto al numero dei potenziali datori di lavoro”
. Un’accusa che getta l’ombra anche di infiltrazioni della criminalità organizzata. E sulla gestione della manodopera, viene evidenziato come anche in Toscana sia cresciuto il caporalato, e l’aumento di ditte che utilizzano lavoratori extracomunitari per servizi. Inoltre a molte imprese viene richiesto anche il compito di controllo sulla sicurezza dei lavoratori: “le aziende agricole non possono occuparsene - spiega Berni - servono organi deputati che operino al posto loro. Le imprese devono essere tutelate e aiutate nel produrre, non caricate di burocrazia”.
Ma questa manodopera stagionale esiste? L’assessore della Regione Toscana al Lavoro e Formazione, Alessandra Nardini, ha detto di stare lavorando ad un rapporto sempre più stretto con le organizzazioni sindacali e associazioni datoriali per interventi che siano aderenti ai bisogni dei singoli territori e settori. “Per noi il luogo deputato alla concertazione è la Commissione regionale permanente tripartita. Lavoriamo ad una formazione specifica per creare competenze: bisogna favorire un’occupazione, legale, di qualità e giustamente retribuita. Inoltre, è importante il contrasto allo sfruttamento lavorativo, che non riguarda solo l’agricoltura”.

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