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IL DIBATTITO

Foie gras alle Olimpiadi di Parigi, è polemica: gli animalisti lanciano la petizione per rimuoverlo

La denuncia Animal Equity: “prodotto crudele non in linea con l’evento”. I ristoratori: “è solo in alcune ricette”. Dubbi sull’Hospitality Premium

Il foie gras sarà presente nei menù dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 e il fatto non piace neanche un po’ ad Animal Equity, organizzazione internazionale per la protezione degli animali che ha lanciato una petizione mondiale per chiedere che il prodotto venga rimosso completamente dall’evento. Le Olimpiadi, che si svolgeranno dal 26 luglio all’11 agosto, sarà l’occasione per gli atleti sportivi di tutto il mondo di competere al massimo livello e l’opportunità per la Francia di mettere in mostra le proprie eccellenze culinarie. Verso fine maggio gli organizzatori avevano annunciato che avrebbero puntato per l’evento sulla sostenibilità e sul rispetto dell’ambiente, riducendo l’impronta carbonica della manifestazione, fornendo cibo in maniera responsabile con l’80% dei pasti realizzati con prodotti di provenienza locale e servendo il 60% dei 13 milioni di piatti serviti stimati privi di carne e non a base vegetale. E, proprio per questi motivi, tra i cibi non presenti alle Olimpiadi 2024 figuravano, oltre alle patatine fritte, anche il foie gras, uno dei piatti simbolo della cucina francese. 
Ma, nonostante i buoni propositi, Animal Equity non si fida e denuncia: “il fegato d’oca sarà servito ugualmente per tutta la durata dell’evento”. Per produrre il patè, le anatre vengono forzate a consumare un’ampia quantità di mangime per ingrossare i loro fegati: la pratica è una delle più controverse nell’ambito della produzione alimentare e negli anni è stata condannata anche dalla Fao, l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite, che aveva posto l’accento sui maltrattamenti subiti dall’animale.
Nel frattempo, i ristoratori, presenti a Parigi 2024, hanno rilasciato una dichiarazione scritta dove ammettono di fare uso di foie gras, anche se in maniera accessoria: “il fegato d’oca non sarà offerto come piatto a sé stante all’interno del nostro programma culinario nei Giochi Olimpici - affermano - tuttavia, alcune ricette potrebbero includere il foie gras come ingrediente, ad esempio nei paté e nelle specialità locali. Questi piatti rappresenteranno lo 0,1% dell’offerta complessiva del nostro menù”. Troppo comunque per Animal Equity, che attraversa una lettera scritta dalla presidente e co-fondatrice, Sharon Núñez, ha contattato i vertici del Comitato Olimpico Internazionale chiedendo conferma che il foie gras non sarebbe stato servito ai Giochi parlando di “prodotto elitario e crudele, totalmente non in linea con l’etica dell’evento”.
L’organizzazione sostiene di non aver ancora ricevuto una risposta e che attraverso uno scambio di e-mail con i ristoratori che si occupano di preparare i pasti alle Olimpiadi avrebbe scoperto che il foie gras sarebbe servito comunque integralmente agli ospiti che hanno acquistato pacchetti di ospitalità Premium con prezzi che vanno da 85 a oltre 9.500 euro. A suo sostegno, Animal Equity riporta le parole di Marie-Pierre Pe, direttore Cifog, l’ organismo che rappresenta gli allevatori di foie gras, che recentemente ha dichiarato che “l’industria sta aumentando la produzione in vista del grande evento dei Giochi Olimpici, quando tutto il mondo verrà a Parigi”.
La produzione di foie gras attualmente è concentrata solo in alcuni Paesi tra cui Francia, Spagna e Ungheria, mentre è vietata in altri. Nel 2014, proprio Animal Equality ha esercitato con successo pressioni sul Governo indiano per fermarne la vendita: un’azione storica che ha reso l’India il primo Paese al mondo a vietare sia l’importazione che la produzione di foie gras. Anche lo chef francese stellato e pluripremiato Michelin, Alexis Gauthier, si è unito all’appello. Fino al 2018 nel suo ristorante londinese “Gauthier Soho” serviva 20 chili di foie gras a settimana, poi ha deciso di passare e servire al suo posto il “faux grass” a base vegetale. Una decisione motivata proprio dalle preoccupazioni per il benessere degli animali: “sono immensamente orgoglioso delle mie origini francesi, ma di certo non sono fiero dell’alimentazione forzata a cui sono costrette oche innocenti, e nemmeno il Comitato dovrebbe esserlo”, ha detto.

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