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ATTUALITÀ

Genetica e agricoltura, la Commissione Ue fa retromarcia. Le visioni di Confagricoltura e Slow Food

Se per Giansanti (Confagricoltura) è “un riconoscimento di fondamentale importanza”, l’associazione fondata da Petrini è “seriamente preoccupata”
AGRICOLTURA, COMMISSIONE UE, Confagricoltura, GENETICA, SLOW FOOD, Non Solo Vino
La Commissione Ue apre alla nuova genetica in agricoltura

Sul grande tema della genetica in agricoltura, dalla Commissione Europea, dopo anni di no agli Ogm, adesso arriva una apertura che darà il via ad processo di consultazione finalizzato ad un nuovo quadro giuridico per le biotecnologie agrarie. Dunque per la Commissione, che sembra aver cambiato indirizzo e guardare ad un futuro in questo senso, le nuove tecniche genomiche possono promuovere la sostenibilità della produzione agricola è questo è in linea con gli obiettivi della strategia Farm to Fork.
Una visione che, ovviamente, divide le opinioni. È “un riconoscimento di fondamentale importanza per coniugare sostenibilità ambientale ed efficienza produttiva delle imprese agricole aperte alle innovazioni”. E’ il commento del presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a proposito dello studio pubblicato dalla Commissione Europea sulle Biotecnologie, con particolare riferimento alle nuove tecniche del genoma. Lo studio, ha sottolineato Confagricoltura, evidenzia anche che la vigente legislazione sugli organismi geneticamente modificati, varata nel 2001, non è adeguata per regolamentare le innovazioni tecnologiche in questione che consentono anche di aumentare la produttività delle colture, grazie a interventi mirati sul genoma.
Un riconoscimento “che le nuove tecniche possono dare un valido contributo alla lotta contro i cambiamenti climatici - ha aggiunto Giansanti - dando la possibilità alle imprese agricole di salvaguardare il potenziale produttivo con una minore pressione sulle risorse naturali”. Confagricoltura è soddisfatta ma adesso chiede un ultimo sforzo. Perché se “è stata riconosciuta la validità delle critiche che avevamo formulato alla sentenza della Corte di Giustizia Ue del luglio 2018, secondo la quale le nuove tecniche di mutagenesi rientrano nella sfera di applicazione della normativa sugli Ogm chiediamo ora alle Istituzioni dell’Unione e ai Governi nazionali di accelerare il passo, con il supporto del mondo scientifico, per giungere ad una chiara ed efficace regolamentazione per l’uso delle più avanzate biotecnologie in ambito europeo” ha concluso Giansanti.
Di diverso avviso Slow Food, che si è dichiarata “seriamente preoccupata dalle conclusioni dello studio commissionato alla Commissione europea sulle “nuove tecniche genomiche” (Ngt), che, di fatto, apre le porte alla deregolamentazione di nuovi Ogm, ignorando il principio di precauzione”. Una posizione che è stata illustrata da Marta Messa, direttore Slow Food Europa. “Con il Green Deal e la strategia Farm to Fork, la Commissione Europea si è impegnata ad accelerare la transizione verso un sistema alimentare veramente sostenibile. Proponendo adesso di rivedere le regole in materia di Ogm, la Commissione decide di non investire in sistemi agroecologici che portano benefici agli agricoltori, alle comunità locali e all’ambiente”.
Secondo Slow Food “se i nuovi Ogm non saranno sottoposti a test di sicurezza, si determinerà un vuoto nella tracciabilità ed etichettatura, e questa è una notizia preoccupante per i cittadini europei, che potrebbero ritrovarsi nel piatto i nuovi Ogm senza informazioni in etichetta e senza esercitare il proprio diritto a scegliere, e per gli agricoltori e gli allevatori, per i quali garantire nuovi alimenti senza Ogm diventerà sempre più difficile e costoso. I nuovi Ogm potrebbero essere potenzialmente dannosi per l’ambiente e la sovranità alimentare dei piccoli agricoltori. Senza una regolamentazione rigorosa potrebbero verificarsi gravi danni agli ecosistemi e alla biodiversità, poiché non si potrebbero prendere misure contro la diffusione incontrollata di nuovi organismi Ogm nell’ambiente. L’agricoltura e la produzione alimentare che si basano su fonti prive di Ogm non potrebbero più essere protette”.

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