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GIANNI ZONIN: "IL VIGNETO ITALIA STA PERDENDO CONSIDEREVOLI QUOTE DI SUPERFICIE ..."

Gianni Zonin Vineyards
Gianni Zonin

“I quasi 16.000 ettari di vigneto ai quali sono stati destinati i fondi comunitari per la ristrutturazione e la riconversione per la campagna 2001/2002 potrebbero sembrare molti, ma in realtà vi è la sensazione che l’Ocm vino non risponda adeguatamente alla domanda attuale del mercato per il nostro settore vitivinicolo”. Questo commento è di Gianni Zonin, una delle “autorità” del vino in Italia ed a capo dell'azienda vinicola più grande d'Italia (oggi, con le sue 11 tenute in 7 regioni d'Italia, oltre a quella di Barbousville in Virginia negli Usa, ha un patrimonio viticoolo di 3.700 ettari, di cui 1.800 di vigneto specializzato). Che aggiunge “a mio parere, infatti da alcuni anni il vigneto Italia sta perdendo considerevoli quote di superficie che non vengono rimpiazzate secondo le richieste odierne di mercato. Vi è, infatti, una potenzialità, soprattutto per quanto riguarda le produzioni di qualità, superiore rispetto a quanto l’Unione Europea ci consente di ristrutturare e riconvertire”. “Ma l’aspetto che mi preme più sottolineare – prosegue Zonin – è che gli 8.000 Euro (16 milioni) ad ettaro di premio previsti dall’Unione Europea per i reimpianti sono veramente pochi se si considera che oggi i costi di impianto per il vigneto vanno vanno dai 25.000 ai 50.000 euro per ettaro (cioè dai 50 ai 100 milioni) a secondo delle aree di produzione. Per questa ragione io credo che sarebbe opportuno, anche per evitare i pericoli delle eccedenze giustamente temute dall’Ue, di triplicare il contributo (fino a 18.000 euro, 36 milioni/ettaro) a patto che il viticoltore garantisca (e questo deve essere chiaramente controllato ogni anno) a produzioni non superiori a 100 quintali/ettaro per tutta la durata di vita del suo impianto. Non solo, ma oggi la qualità a partire dalla vigna è garantita solo da certi sistemi di impianto che richiedono notevoli investimenti”. “Oggi – continua Zonin – l’obiettivo principale è infatti assicurare la qualità che è l’unica in grado di garantire la competitività sul mercato. Le eccedenze, infatti, ormai si verificano solo per le produzioni di bassa qualità. L’Unione Europea, quindi, deve incentivare in tutti i modi i vini di qualità che si ottengono a partire da produzioni ad ettaro basse, inferiori ai 100 quintali ad ettaro e, in alcune aree, anche minori”. “Non si può quindi pensare – conclude Zonin – ha politiche di gestione delle produzioni che non tengano in considerazione la qualità del prodotto. Ed incentivi bassi alla ristrutturazione degli impianti rischiano di agevolare i “cattivi produttori” e non viceversa”.

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