È record delle esportazioni agroalimentari italiane in Giappone: da inizio anno sono stati venduti al Paese del Sol Levante prodotti per un valore di oltre 1 miliardo di euro, con una crescita record del 61% su base tendenziale. Secondo Cia - Agricoltori Italiani, una conferma importante dell’andamento positivo degli accordi di libero scambio negoziati dall’Europa (Jefta e Ceta in primo luogo) e in mercati dove l’agroalimentare made in Italy è protagonista. Per l’analisi dell’Ufficio Studi Cia, infatti, tale incremento va attribuito ad una spinta significativa successiva all’entrata in vigore del trattato tra Unione Europea e Giappone (Jefta). Un’intesa che ha aperto a nuove opportunità di crescita per l’export, con l’eliminazione dei dazi sull’85% dei prodotti destinati al mercato nipponico, ampliando le possibilità di creare ricchezza attraverso il cibo italiano. Il Giappone rappresenta oggi il sesto partner commerciale per l’Italia fuori dai confini Ue, con il vino al secondo posto (163 milioni di euro di valore) dopo il tabacco, prima voce dell’export di settore (546 milioni).
Parlano bene degli accordi di libero scambio, anche i numeri relativi al Ceta, l’accordo Ue-Canada. Nei primi sei mesi del 2019, la crescita dell’export agroalimentare nazionale sul mercato canadese è stata del 16%, quando a livello mondiale l’incremento per lo stesso periodo, è stato molto più contenuto e non oltre il 5%. Complessivamente, da inizio anno, sono stati spediti nel mondo oltre 25 miliardi di euro di prodotti agroalimentari made in Italy, con una media del +7% tra agricoltura e alimenti, valore che - sottolinea la Cia - è forte di un +13,9% relativo all’export alimentare su base annua, registrato a luglio. Di contro, più contenuto è stato l’aumento delle importazioni che ha portato ad un dimezzamento del disavanzo commerciale (-52%), che si è attestato appena al di sopra del miliardo. Emerge - conclude la Cia - un significativo trend positivo dell’export agroalimentare italiano, tale che se confermato a fine anno, vedrebbe le vendite estere arrivare a sfiorare i 45 miliardi di euro.
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