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IL 1 FEBBRAIO

Gli agricoltori della Coldiretti in piazza a Bruxelles per fermare la norma Ue sulle terre incolte

Il presidente Ettore Prandini: “non ha senso impedirci di coltivare, se poi si è costretti ad importare. Più sovranità e sicurezza alimentare”
Coldiretti, PROTESTA AGRICOLTORI, TERRE INCOLTE, UE, Non Solo Vino
Gli agricoltori italiani protesteranno a Bruxelles contro le “folli” norme Ue

Gli agricoltori della Coldiretti scenderanno in piazza a Bruxelles contro le “follie” dell’Unione Europea che minacciano l’agricoltura italiana. L’occasione è il Vertice europeo straordinario sul bilancio dell’Ue del 1 febbraio, al quale partecipa anche il Premier Giorgia Meloni e nel quale la Commissione Europea presenterà la proposta per la deroga alle norme Ue sull’obbligo di mantenere i terreni incolti previsto dalla Politica Agricola Comune (Pac). “Bene la proposta di deroga, che avevamo già ottenuto per la crisi Ucraina, ma ora è necessario che sia cancellato definitivamente l’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni destinati a seminativi, come attualmente imposto Pac. È, come diciamo da anni, una scelta sbagliata, una delle eredità della folle era Timmermans con il quale ci siamo confrontati molto duramente, unici in Europa, aprendo una breccia. Non ha senso impedire agli agricoltori di non coltivare quote dei loro terreni, quando poi si è costretti ad importare. Per questo non saremo a Verona per Fieragricola, avendo già i primi incontri domani a Bruxelles” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’annunciare la protesta.
L’appuntamento “Non è l’Europa che vogliamo” in Place du Luxembourg, di fronte al Parlamento europeo vedrà, assieme al presidente Coldiretti Ettore Prandini, oltre un migliaio di contadini e allevatori provenienti da tutta Italia per sostenere la proposta e denunciare, con eclatanti azioni dimostrative, gli effetti delle politiche europee che mettono in pericolo la sopravvivenza delle campagne. Un obiettivo che è il risultato della lunga battaglia condotta insieme alle altre grandi organizzazioni agricole europee a partire dalla francese Fnsea con la quale è stato costruito un fronte comune. Nelle ultime settimane Coldiretti ha intensificato gli incontri con altre realtà europee e con Ministri dell’Agricoltura di altri Stati membri.
“Coldiretti chiede di tornare a investire nella sovranità e nella sicurezza alimentare europea assicurando più fondi alla Politica agricola comune dopo che la pandemia e le guerre hanno dimostrato tutta la fragilità dell’Unione Europea davanti al blocco del commercio mondiale. Anche per questo - conclude Prandini - serve una decisa svolta nelle politiche europee per valorizzare le proprie terre fertili e fermare le importazioni sleali per fare in modo che tutti i prodotti che entrano nell’Unione rispettino gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e del rispetto delle norme sul lavoro previsti nel mercato interno. La nostra battaglia in Europa continuerà in maniera forte e continuativa con proposte per il futuro degli agricoltori”.

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