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CONSUMI

“Gli aumenti del caffè al bar contenuti grazie alla responsabilità dei pubblici esercizi”

Lo dice Lino Stoppani, presidente Fipe-Confcommercio. Crisi climatica e tensioni geopolitiche le principali cause dell’impennata delle materie prime
CAFFÈ ESPRESSO, CAFFE', FIPE, Non Solo Vino
Caro-tazzina, l’impennata delle materie prime fa volare i prezzi (ph: Nathan Dumlao su Unsplash)

Sono la crisi climatica che ha devastato i raccolti nei Paesi produttori, Vietnam in particolare, le tensioni geopolitiche che stanno cambiando le tradizionali rotte alle forniture e l’esplosione dei noli marittimi, le cause principali che stanno determinando i rialzi dei prezzi all’origine del caffè alle borse merci di Londra e New York, con l’Arabica che ha avuto in un anno incrementi superiori al 60% e la Robusta di oltre il 90%. Quello del caro-tazzina è un tema che sta particolarmente a cuore agli italiani, tenuto conto che l’espresso rappresenta uno dei riti più amati del Belpaese. “In queste condizioni gli aumenti diventano inevitabili, nonostante le attenzioni, la responsabilità e l’interesse dei pubblici esercizi di proteggere i consumi della tazzina di caffè, simbolo anche della identità e dei valori della socialità italiana” commenta Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe-Confcommercio, in merito al tema del caro-tazzina.
“Condividiamo le preoccupazioni che riguardano un probabile ulteriore forte aumento della tazzina del caffè al bar, aumento finora contenuto dalla responsabilità dei pubblici esercizi italiani che stanno assorbendo i fortissimi aumenti delle miscele causati dagli incrementi dei prezzi all’origine” afferma Stoppani.
A questo proposito, Fipe rileva che a fronte di un tasso di inflazione del +16% tra luglio 2021 e luglio 2024, i prezzi nei bar sono cresciuti del 13%. Anche sulla tazzina di espresso gli aumenti sono al di sotto dell’inflazione, continuando a mantenerne il prezzo tra i più bassi d’Europa.
Fipe specifica inoltre che i dati ufficiali su cui si basano le analisi della Federazione mostrano aumenti a livello di singole città considerevolmente più contenuti rispetto ad alcune stime comunicate alla stampa: l’aumento registrato, per esempio, a Bolzano, infatti, è pari al 6% sul 2022 (12% sul 2021), mentre a Pescara è del 13%.
Da segnalare, secondo la Fipe, che negli ultimi 10 anni il numero delle imprese che svolgono attività esclusivamente di bar è diminuito di oltre 22.000 unità.

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