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GLI USA VOGLIONO ANNACQUARE IL VINO: PROTESTE IN EUROPA, SI RIAPRE UN NUOVO FRONTE DOPO IL PRIMO ACCORDO SUL COMMERCIO

Vino annacquato. Non è la classica trovata per far bere un goccio anche ai più piccoli, bensì l'ultima novità made in Usa. E così a poco meno di 15 giorni dalla firma dell'armistizio sul commercio Usa-Ue del nettare di Bacco, che muove un giro di affari pari a 2,8 miliardi di dollari all'anno, si apre un nuovo fronte. Acqua al 7% e trucioli di legno, secondo quanto riferisce l'International Herald Tribune, sono i nuovi ingredienti che gli americani vorrebbero mescolare per ottenere un vino dal retrogusto "di vaniglia affumicata e rovere" ma che secondo molti rischiano, invece, di trasformare il vino in un prodotto chimico simile alla Coca-cola. Alla notizia di una simile possibilità, politici, giuristi e tecnici del Vecchio continente sono scattati sulla difensiva. La sola idea di aggiungere l'acqua al vino per Christa Klass (Ppe), rappresentante della patria del Riesling tedesco, è "inimmaginabile" e davvero nessuno, consumatori per primi, ha voglia di ritrovarsi sul mercato del "vino artificiale". Per non dire che sarebbe "un pessimo segnale per i produttori europei", sottolinea Klass, che già faticano a far quadrare il cerchio. E qualcuno teme che prima o poi anche i nostri agricoltori potrebbero fare largo a soluzioni poco ortodosse pur di contrastare la concorrenza: "Il via libera alle importazioni di vino prodotto con tecniche differenti rischia di minare la nostra cultura", afferma Mari Esther Herranz Garcia, un avvocato spagnolo. A sentire alcune voci, gli agricoltori non sembrano comunque disposti a rimanere con le mani in mano, almeno quelli francesi: come ai tempi della Rivoluzione francese, secondo Jean-Claude Martinez, un rappresentante della regione della Linguadoca-Roussilion del Fronte Nazionale, sono infatti pronti a "fare vere e proprie barricate in tutto il sud del Paese". Martinez, d'altro canto, rivendica esperienza e competenza: "Facciamo vino dai tempi dell'Impero romano e non da un paio di secoli come gli americani. Il vino e sinonimo di civiltà ed è un'arte raffinata". Insomma, è di nuovo polemica a sole due settimane da quello che sembrava il primo passo per la fine di una guerra lunga venti anni. D'altro canto, è anche vero che non vi era stata totale unanimità sull'accordo: per Klass, le condizioni stabilite per l'import di vino made in Usa erano, infatti, "troppo permissive". Eppure, con la firma dell'accordo l'Europa ha messo messo a segno una serie di importanti risultati, fra cui la promessa dell'amministrazione Usa di presentare al Congresso una proposta per tutelare maggiormente 17 denominazioni europee, attualmente considerate menzioni semigeneriche, quindi non protette. Ad essere interessati sono quasi tutti i produttori di vino europei, dal nord al sud dell'Europa, Italia compresa ovviamente. Oltre al Chianti e al Marsala, ci sono Borgogna, Chablis, Champagne, Claret, Haut Saut-Sauterne, Hock, Madera, Malaga, Moselle, Porto, Retsina, Sauterne, Sherry e Tokaj.

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