Il Collio, mezzaluna che accoglie i confini della Slovenia, è “condannato” alla qualità dalla sua vocazionalità. Il suolo - la “ponca”, che Mitja Sirk della Trattoria al Cacciatore di Cormons definisce “millefoglie di sabbia” -, il microclima mite e unico per ventilazione ed escursione termica delle colline poste tra le Alpi Giulie e il mare Adriatico, fanno sì che tutte le varietà qui esprimano l’impronta del territorio. Ecco che il Collio Bianco, uvaggio “a piacere” di ogni produttore, diventa fortemente distintivo. Non a caso tra i vini di Robert Princic il Collio Bianco è una “selezione”, parte di un progetto cominciato nel 2009. “Dopo 2-3 anni - racconta Robert, che a 20 anni, nel 1997, ha creato Gradis’ciutta, dando nome e casa alle uve prodotte prima da suo nonno e poi da suo padre - il Collio Bianco perde le connotazioni varietali e assume quelle della mano del produttore”. Segno di una longevità intrinseca, che nel Collio Bianco riserva Gradis’ciutta è corroborata da raccolta tardiva delle uve, criomacerazione, affinamento in legno grande e in bottiglia prima della commercializzazione a due anni dalla vendemmia. Quello della 2016, potente ed equilibrata, è giallo intenso e al naso variegato: fiori bianchi e frutta matura insieme a camomilla, albicocca disidratata e delicate note tostate. Al sorso è equilibrato, pieno e nevrile di freschezza agrumata, sapido e persistente.
(Clementina Palese)
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