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GUERRA DI CIFRE SULLE IMPORTANZIONI DI CHAMPAGNE IN ITALIA: LA COLDIRETTI FA SFOGGIO DEI DATI ISTAT UN PO’ TROPPO DISINVOLTAMENTE, MA PER IL CIVC (COMITÉ INTERPROFESSIONNEL DU VIN DE CHAMPAGNE) SONO CIFRE DA AGGIORNARE

Italia
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Nel mondo del vino è diventato ormai costume prevalente maneggiare dati e cifre statistiche con leggerezza e senza le dovute verifiche. E, anche la Coldiretti, una delle più importanti organizzazione di imprese agricole d'Italia, ha adottato questa prassi disinvolta, “sbandierando” come definitivi e inoppugnabili i dati Istat dei primi dieci mesi del 2004, che evidenziano la riduzione di un quarto delle importazioni di Champagne dalla Francia (-27%).
A parte il fatto che questi dati fanno riferimento soltanto ai primi dieci mesi 2004, un elemento da tenere ben presente, visto che non comprende l’andamento di novembre e dicembre - presumibilmente i mesi più favorevoli al consumo dello Champagne - la Coldiretti non si è neppure preoccupata di verificare se i dati Istat fossero definitivi oppure in fase di aggiornamento. Semplice operazione effettuata, invece, dal “Centro Informazioni Champagne”, che rappresenta in Italia il Civc (Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne).
“Sui dati Istat, che impiega fonti doganali e quindi oggettive - spiega Domenico Avolio, direttore della comunicazione del Centro Informazioni Champagne - si tratta di dati provvisori per tutti i primi dieci mesi del 2004, ancora molto in ritardo nel loro aggiornamento, come correttamente evidenziato dallo stesso sito dell’istituto di ricerca e verificabile semplicemente collegandosi gratuitamente al sito della banca dati del commercio estero (http://www.coeweb.istat.it/).
I dati in nostro possesso, aggiornati a settembre 2004, registrano, invece, un incremento del 7% sullo stesso periodo del 2003 - prosegue Avolio - e provengono dallo stesso Civc, organismo semi-pubblico francese. Il Civc riunisce tutte le maison e i viticoltori della Champagne che sono tenuti a comunicare mensilmente le informazioni relative alle spedizioni di bottiglie in tutti i paesi. Questo sistema ben collaudato ha permesso e permette tuttora – conclude Avolio - di raccogliere i dati ufficiali sull’export di Champagne in ogni angolo del pianeta: una serie storica ininterrotta dal 1947 a oggi”.

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