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HONG KONG, DOVE LE CANTINE, UNA VOLTA ULTIMO RIFUGIO DAI BOMBARDAMENTI GIAPPONESI DEL 1941, OGGI SONO DIVENTATE LA FORT KNOX DEL VINO MONDIALE. CON VERI E PROPRI ENO-TESORI, COME DUE BOTTIGLIE DI CHÂTEAU LAFITE 1869, DEL VALORE DI 162.000 EURO L’UNA

Durante i bombardamenti giapponesi del dicembre 1941, le cantine di Hong Kong rappresentarono l’ultima, estrema, difesa per i civili. Oggi, sono ugualmente preziose, ma in maniera diversa: è qui che vengono stoccati i vini più pregiati del mondo, quelli battuti alle aste di Sotheby’s che, complice la detassazione totale sul vino del 2008, ha in Hong Kong la sua capitale virtuale. In una di queste, la Crown Wine Cellar, 18 metri sottoterra, custodisce due bottiglie di Château Lafite 1869, del valore di 162.000 euro l’una. Ma ci sono anche altre realtà, come la Modern Wine Cellars e la Wine Vault, che fanno di Hong Kong la cantina d’Oriente.
Certo, quando si pensa al piacere di un Bordeaux o di uno Champagne difficilmente lo si associa ad Hong Kong ma, come spiega Greg De’Eb, direttore generale di Crown Wine Cellars, “nell’ambito che riguarda strettamente il mercato dei fine wines e dei vini rari, Hong Kong oggi è probabilmente il centro del mondo”. I motivi di tanto successo per i fine wines qui sono molteplici. Innanzitutto la detassazione che ha portato la pressione fiscale dal 40% allo zero nel 2008, quindi la crescita economica costante e spesso a doppia cifra della vicina Cina, infine un entusiasmo ed una conoscenza crescenti per il vino. Certo, ancora si sentono storie di quotidiana ignoranza rispetto a quello che per noi è spesso un rito a cui portare rispetto, ma ad Hong Kong di depositi come la Crown Wine Cellar se ne contano 15, ed in molti di questi si possono organizzare cene e degustazioni, oltre a depositare i propri vini. Che non sono necessariamente bottiglie da migliaia di dollari: la sola Crown Wine Cella importa 700 casse di vino alla settimana, specialmente dall’Europa, e fra queste anche stock da qualche centinaio di euro, stoccato nel crocevia del mercato asiatico del vino, sul quale si stanno affacciando Paesi come Vietnam, Corea e Taiwan, nella speranza che non rimanga tutto in cantina. Lo abbiamo scritto spesso e lo ribadiamo: se il vino diventa solo mero investimento lo si defrauda della sua caratteristica migliore, il piacere di berlo.

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