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I trattori tornano in marcia a Bruxelles alla vigilia delle elezioni europee, contro il Green Deal

Nuova protesta degli agricoltori nella capitale belga: 500 mezzi agricoli sfilano in città e presidiano le istituzioni Ue
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I trattori tornano in marcia a Bruxelles

Ancora una protesta a Bruxelles, stavolta a pochi giorni dalle elezioni europee del 6-9 giugno. Centinaia di agricoltori - con il sostegno di diversi esponenti politici ultranazionalisti - si sono recati, oggi, nella capitale belga, sede de facto dell’Unione Europea, a bordo di trattori per scagliarsi contro le politiche Ue e il Green Deal. La polizia locale ha riferito che sono 500 i mezzi agricoli che hanno attraversato la frontiera e che, lungo il tragitto, il corteo si è esteso per oltre 8 chilometri. I veicoli sono adornati con striscioni e bandiere nazionali di appartenenza, simboli dell’associazione olandese Farmers Defence Force che guida la protesta. I manifestanti chiedono più sostegno da parte del Governo e regolamenti più semplici: lamentano che le politiche ambientali del blocco dei 27 Paesi, come il Green Deal, che richiede limiti all’uso di sostanze chimiche e alle emissioni di gas serra, limitino la loro attività e rendano i loro prodotti più costosi rispetto alle importazioni extra-Europa. La protesta ha raggiunto il culmine quando al Parco di Laeken, nell’altopiano dell’Heysel, è iniziato un fitto lancio di petardi in seguito all’intervento sul palco dei rappresentanti di Farmers Defence Force che si sono scagliati contro Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, e contro al Green Deal. Non si registrano comunque scontri con le forze dell’ordine, solo disagi legati al traffico. I manifestanti, oltre che da Belgio e Paesi Bassi, arrivano anche da Germania, Polonia, Romania, Spagna e Italia: è presente infatti una delegazione di Agricoltori Italiani, guidata da Salvatore Fais e Guido Marini con una decina di trattori.
“Ursula e i suoi hanno cercato in qualsiasi modo di renderci schiavi, ma noi non molliamo, nei prossimi giorni si decide il futuro dell’Europa e abbiamo il dovere di dare un segnale forte, vogliamo una politica che non pensa alla giacca e alla cravatta ma che abbia le mani sporche del nostro lavoro - ha detto Fais nel suo intervento - ci hanno incolpato di inquinare la terra, ci è stato detto d produrre di meno e ci è stata imposta una concorrenza sleale senza limiti. L’Europa così è sbagliata, dovrebbe garantire un giusto reddito tra Stati e invece ci ha messo gli uni contro gli altri”. Sul palco si sono succeduti anche gli ultranazionalisti fiamminghi del Vlaams Belang, del Forum per la democrazia del populista olandese Thierry Baudet, i polacchi di PiS e Konfederacja e gli spagnoli di Plataforma 6F vicini a Vox. Più tardi i trattori si sono spostati nel quartiere europeo presidiando i palazzi delle istituzioni dell’Ue. Stuzzicato a margine di un convegno a Battipaglia, nel salernitano, sulla possibilità che la protesta dei trattori possa esplodere nuovamente in Italia, il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida è stato categorico: “assolutamente no - ha detto - le proteste in altre Nazioni sono giustificate da scelte di altri Governi di agire in contrasto con gli agricoltori, di imporre norme impossibili da essere applicate, se non a danno del reddito, come il taglio del contributo per i carburanti che l’Italia invece ha mantenuto. Nel nostro Paese è chiarissimo al mondo agricolo che questo Governo è dalla loro parte e sta raggiungendo livelli record di sostegno”.

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