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VINO E TERRITORIO

I vini delle Langhe con il vento in poppa, a partire dal Barolo. Con più domanda che offerta

Il sentiment da “Grandi Langhe 2023”, con il presidente del Consorzio di Barolo e Barbaresco, Matteo Ascheri. E con gli assaggi delle nuove annate

Barolo in testa, i vini delle Langhe, passando per Barbaresco e per le altre declinazioni del Nebbiolo hanno il vento in poppa. Guardando al re dei vini piemontesi, “nel 2021 abbiamo fatto +21% sul 2020, mettendo in vendita 16 milioni di bottiglie. Ovvero i 14 milioni di bottiglie di Barolo che si producono ogni anno, più qualche vecchia annata. Nel 2022 siamo tornati ai 14 milioni di bottiglie, che poi è la produzione media di ogni anno, semplicemente perchè non potevamo farne di più. Sono due anni che finiamo con le cantine vuote, le scorte sono ai minimi storici. Il 2023 è partito di conseguenza abbastanza bene, poi da qui al futuro con tutte le incognite che ci sono tra guerra, inflazione, potere di acquisto che cala e così via, è difficile dirlo. Ma siamo fiduciosi. La denominazione è in equilibrio perchè c’è più domanda che offerta di prodotto, il prezzo dello sfuso di Barolo è in costante crescita (l’annata 2018, secondo i dati di Settembre/Ottobre 2022 della Camera di Commercio di Cuneo parlano di una forbice tra 878 e 947 euro da ettolitro, ndr), ma praticamente non ci sono scambi, ed in fondo è quello che volevamo”. Così parlò Matteo Ascheri, presidente del Consorzio di Barolo e Barbaresco, a chiusura di “Grandi Langhe 2023”, kermesse che, per la seconda volta, è andata in scena a Torino alle Ogr-Officine Grandi Riparazioni, il 30 e 31 gennaio, promossa dal Consorzio di Tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani, insieme al Consorzio di Tutela del Roero, con il supporto di Regione Piemonte e Intesa San Paolo, che ha presentato le nuove annate dei maggiori vitigni del territorio, re Nebbiolo in primis (e, più in particolare, Barolo 2019 e Riserva 2017, Barbaresco 2020 e Riserva 2018; Roero 2020 e Riserva 2019, Roero Arneis 2022 e Riserva 2020). Oltre 240 le cantine che hanno partecipato nel bellissimo ex complesso industriale di fine Ottocento - oggi hub di innovazione ed arte - pronte ad accogliere enotecari, ristoratori, agenti commerciali, sommelier e buyer selezionati provenienti da oltre 30 Paesi tra cui Usa, Canada, Australia, Brasile, Giappone e India. Dove si è parlato di vino, di mercato ma anche di lavoro in vigna e in agricoltura, nel convegno “Changes”, che abbiamo raccontato qui.
A raccontarsi, è stato un un tessuto enoico forte sul mercato, dunque, e pieno di storia. 10.000 sono gli ettari di vigneti iscritti al Consorzio di tutela di Barolo Barbaresco Alba Langhe Dogliani, dove 542 aziende vitivinicole producono 66 milioni di bottiglie di vini nelle 9 denominazioni tutelate, dal Barolo (oltre 2.200 ettari) al Barbaresco (più di 800 ettari), dal Dogliani al Dolcetto di Diano d’Alba, dalla Barbera d’Alba al Langhe (oltre 2.300 ettari, di cui più di 900 Langhe Nebbiolo), dal Dolcetto d’Alba al Nebbiolo d’Alba e al Verduno Pelaverga; sono, invece, 1.300 gli ettari di vigneti in seno al Consorzio di tutela Roero, per 7,5 milioni di bottiglie prodotte da 250 aziende vitivinicole, nelle 5 tipologie in cui si esprime la denominazione, dal Roero Bianco al Roero Bianco Riserva, dal Roero Rosso al Roero Rosso Riserva e Roero Spumante.
Come in pochi altri territori del vino italiano, attraverso le nuove annate nei bicchieri dei grandi vini di Langhe e Roero e insieme alla voce dei produttori simbolo del primo territorio del vino italiano Patrimonio Unesco, si possono raccontare pagine importanti della storia del vino italiano, a partire dalla metà dell’Ottocento, quando la Marchesa di Barolo Giulia Colbert Falletti e Camillo Benso Conte di Cavour - mentre nasceva l’Unità d’Italia - avviarono la produzione del Barolo (amato dai Savoia, primi Re d’Italia, e prodotti anche dal Presidente-viticoltore per eccellenza, tra i padri della Repubblica Italiana, Luigi Einaudi), per arrivare fino ad oggi.
WineNews, da “Grandi Langhe 2023”, ha iniziato a comporre - insieme alle degustazioni che andremo a fare in redazione - la monografia a Marzo 2023 de “I Quaderni di WineNews” dedicata al Barolo, e, intanto, presenta un primo assaggio del “walk-around tasting” di Torino, con vini che ci hanno colpito di più:

Ascheri, Barolo Sorano 2019
profumi intensi e definiti, sorso ricco, articolato e morbido, dai ritorni balsamici

Bava, Barolo Scarrone 2019
tanto sapore ma struttura fine nel sorso floreale e agrumato, fresco di erbe aromatiche

Ca’ viola, Barolo Sottocastello di Novello 2019
frutti di bosco e china, con accenti speziati, ha architettura tannica ben articolata nel sorso pieno

Cascina Chicco, Roero Valmaggiore Riserva 2019
profuma intensamente di vaniglia e ciliegia, è aderente e pepato in bocca

Conterno Fantino, Barolo Castelletto Vigna Pressenda 2019
intenso, scuro, teso: liquirizia, cuoio, funghi, sangue e ciliegia non mollano di un millimetro

Cordero di Montezemolo, Barolo Gattera 2019
dai profumi fruttati e balsamici ad accompagnare una progressione gustativa solida e succosa

Damilano, Barolo Lecinquevigne 2018
profumi e aromi fruttati, di liquirizia, cioccolato, cacao e radici, mentre la bocca è densa e solida

Diego Morra, Barolo San Lorenzo di Verduno 2019
radici, muschio, pietra focaia e poi ciligia, incenso, liquirizia... il sorso regge sapido

Domenico Clerico, Barolo Del Comune di Serralunga d’Alba Aeroplanservaj 2019
frutti scuri, erbe officinali e tocchi tostati; progressione gustativa succosa e mentolata

Elvio Cogno, Barolo Ravera 2019
finezza aromatica floreale e di erbe aromatiche ne contraddistinguono i profumi e gli aromi

Ettore Germano, Barolo Cerretta 2019
ciliegia, camelia, un accenno di spezie e cacao, e un sorso grazioso, fresco e polposo

G.D. Vajra, Barolo Bricco delle Viole 2019
la grazia dei fiori di campo, la freschezza delle erbe aromatiche: dolce, pepato e ballerino

Giovanni Rosso, Barolo Cerretta 2019
un vino serio serio, che sa di tabacco, sottobosco e ciliegia e si attarda fresco e aderente

Michele Chiarlo, Barolo Cerequio 2019
frutta rossa matura gioca con l’arancia nel sorso lungo e aderente

Mura Mura, Barbaresco Starderi 2019
bocca solida e compatta, dai tocchi aromatici floreali su base fruttata e tostata e

Parusso, Barolo Perarmando 2019
intenso nei profumi, fine al sorso: nel mezzo agrumi, fiori appassiti, susina rossa e velluto

Pasquale Pelissero, Barbaresco Cascina Crosa 2020
la dolcezza della confettura di rosa canina, la freschezza della caramella balsamica

Pio Cesare, Barbaresco Il Bricco 2019
animato da spezie, frutti rossi e tocchi balsamici, e una bocca dolce, fragrante e scorrevole

Gianni Gagliardo, Barolo Lazzarito Vigna Preve 2019
profumi intensi sul frutto e più sfumati su tocchi speziati e balsamici

Produttori del Barbaresco, Barbaresco 2019
ha come punto di forza una bocca ben bilanciata, reattiva e saporita

Ratti, Barolo Marcenasco 2019
etereo, mentolato, succo di melograno anticipano un sorso ancora molto aderente e saporito

Giovanni Sordo, Barolo Perno 2019
riservato, ma poi si concede fresco e dolcemente profumato di ciliegia, cardamomo e arancia rossa

Marchesi di Gresy, Barbaresco Martinenga 2020
floreale al naso, fruttato al sorso, ammandorlato nel lungo finale

Vietti, Barolo Castiglione 2019
articolati e ben a fuoco i profumi di piccoli frutti rossi e spezie, dal sorso profondo e ben scandito

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