Il vino è un prodotto di grande fascino, senza dubbio. Un fascino legato alla sua bontà, alla sua diversità, alla sua antichissima storia e, al tempo stesso, dalla capacità di rinnovarsi e guardare al futuro. Ma anche, o soprattutto, ai luoghi in cui nasce. Intesi come territori, ovviamente, dove la vigna ed il lavoro dell’uomo hanno plasmato la natura disegnado paesaggi che sono vere e proprie opere d’arte. Ma anche come cantine, da quelle più storiche ed antiche a quelle più moderne, opifici dove “il pratico”, aspetto primario della produzione di vino, sempre più spesso, incontra “il bello”, fondamentale nella costruzione dell’immagine, del brand, ma anche nell’accoglienza. Cantine che parlano della storia e della filosofia di chi le conduce, e che fanno parlare il mondo. Con tante classifiche, selezioni, suggerimenti di viaggio. E l’Italia, ed il Veneto in particolare, sono focus di una “mini guida” di viaggio pubblicata sulla rivista Usa “Wine Enthusiast” da Lauren Mowery, che ha selezionato cinque “stunning”, ovvero sbalorditive per la loro architettura, tra Italia, Georgia, Spagna e Napa Valley. E per il Belpaese, come detto, entrambe le mete selezionate arrivano dal Veneto. Come Villa Sandi, splendida villa di scuola palladiana risalente al 1622, che sorge sulle colline della Marca Trevigiana, a Crocetta di Montello, esempio di perfetta armonia tra uomo e ambiente, oggi sede della cantina guidata da Giancarlo Moretti Polegato, tra i riferimenti qualitativi del Prosecco, che, negli anni, ha ospitato personalità del calibro di Napoleone Bonaparte o dello scrittore Antonio Canova, impreziosita dal viale con le statue di Orazio Marinali, autore anche del timpano in stile neoclassico che sovrasta l’ingresso.
Un altro gioiello segnalato da “Wine Enthusiast”, sempre in Veneto, ma questa volta in Valpolicella, è Villa della Torre, capolavoro architettonico la cui realizzazione, compiuta nel 1560 è dovuta in gran parte a Giulio Romano, firma anche di Palazzo Te dei Gonzaga a Mantova, ma anche a Michele Sanmicheli, architetto del tempietto citato da Vasari nelle Vite, ed il sommo decoratore Giovanni Battista Scultori. Un luogo magico, con il suo giardino murato tra le vigne, la corte e le sale interne adornate dagli iconici “Mascheroni”, grandi camini a forma di diavolo, angelo, mostro marino e leone.
In Spagna, invece, la cantina segnalata è Codorniù, la realtà più storica del Penedès, fondata nel 1551, ma che oggi deve la sua fama per la “Cattedrale del Cava” progettata tra la fine dell’Ottocento ed i primi del Novecento da Josep Puig i Cadafalch, uno dei principali esponendi del Modernismo Catalano.
Un’altra icona di bellezza, invece, arriva dalla Napa Valley, dove si trova la The Rhine House, celeberrimo esempio di architettura vittoriana su progetto dell’architetto Albert Schroepfer, completata nel 1884 come residenza privata del cofondatore di Beringer Vineyards, Frederick “Fritz” Beringer.
Ultima, ma non ultima, delle perle selezionate dal “Wine Enthusiast”, è il Monastero di Shavnabada, in Georgia, una delle chiese ortodosse più antiche del mondo, costruita in epoca altomedioevale (tra il 1000 ed il 1250 d.C.), al cui cantina è stata ristrutturata nel 1992 e tornata alla produzione nel 1998, tutto nei traditionally “qvevri”, le anfore georgiane fulcro di una pratica vinicola antichissima, patrimonio dell’Umanità Unesco.
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