Dopo oltre 400 anni di storia dalla sua fondazione, nel Seicento, e dopo oltre un secolo dalla creazione del Brunello di Montalcino tra le sue mura, alla fine dell’Ottocento, con Clemente Santi, per la Tenuta Greppo, culla di uno dei vini più importanti del mondo, si apre una fase nuova. Con la partnership (annunciata in anteprima da WineNews, https://goo.gl/u8XC3G) tra i francesi di Epi della famiglia Descours, tra le più ricche di Francia, con un patrimonio stimato di oltre 1,1 miliardi di euro (con marchi di alta gamma del mondo del vino, come gli Champagne Piper-Heidsieck, Charles Heidsieck e Chateau La Verrerie nella Valle del Rodano, ma anche della moda come Bonpoint e JM Weston) e la famiglia Biondi Santi, che resta guida e anima dell’azienda. Come spiega a WineNews Jacopo Biondi Santi: “era un progetto che avevo in mente da tempo. Così proietto davvero la nostra azienda nel futuro e a livello internazionale. Anche se qui al Greppo non cambierà niente dal punto di vista vitivinicolo ed enologico”.
Quello che cambierà, sottolinea Jacopo, è il respiro internazionale e la proiezione verso il domani: “si apre uno scenario diverso, l’azienda che finora è stata familiare e piccola, ora con l’ingresso di questi soci allargherà i nostri orizzonti sotto tutti i profili. Hanno già una organizzazione commerciale importante, i francesi sono molto evoluti sotto il profilo della comunicazione e della commercializzazione. È un passo importante e storico per me, che è costato parecchio, ma così proietto davvero l’azienda nel futuro e la rendo globale, il marchio Biondi Santi sarà una grande realtà. In azienda non cambierà nulla, rimarrà la rigorosa selezione clonale dei vigneti, e delle uve alla vendemmia, l’affinamento sarà sempre fatto come è sempre stato fatto, e sotto il profilo qualitativo e quantitativo il nostro Brunello non cambia, e non cambierà”.
Per il presidente presente e futuro di Biondi Santi, questo “è un passaggio davvero importante, che sana dei problemi che avevamo con la successione di mio padre, e che mi consente di rendere l’azienda internazionale, sotto tutti profili, compreso quello societario, e un domani di non far trovare i miei figli in difficoltà come è successo a me. Per Epi è la prima avventura italiana, e li ha convinti il progetto che gli ho esposto. Volevo internazionalizzare l’azienda, ma per una realtà piccola le spese commerciali sono enormi. Ho voluto fare questo “matrimonio” con persone che hanno capito il progetto e lo hanno finanziato. Hanno già una importante esperienza nel mondo del vino, anche sotto il profilo qualitativo e commerciale, perché sono posizionati in alto, sono persone abituate ad avere un rapporto con il lusso, con la qualità e con l’immagine dei prodotti. Ci siamo piaciuti, il mio progetto è piaciuto, mi hanno dato la possibilità di proiettare l’azienda nel futuro. Siamo soddisfattissimi, sia io che mio figlio Tancredi, che mi affiancherà e lavorerà con me, e quando io lascerò toccherà a lui”.
Perchè una cosa è certa, e i francesi di Epi l’hanno capita: l’anima del Greppo, e la sua identità, sono nella famiglia Biondi Santi. “Hanno sempre detto che non avrebbero fatto nessun affare con noi se non fossi rimasto io a dirigere le cose - sottolinea Jacopo - come enologo e presidente, per essere sicuri che l’azienda non cambiasse di una virgola. È stato un discorso basilare per me e per Tancredi, che ci permetterà anche di rivedere gli assetti societari in futuro. Ed è una cosa, questa che anche altri con cui ho parlato del progetto hanno manifestato. Nessuno avrebbe investito una lira se noi non fossimo rimasti in azienda a garantire il nostro Brunello, e a portare in giro la nostra immagine come abbiamo sempre fatto. E questo è importante anche per le generazioni future, che abbiano o meno un partner, perchè l’anima è nella famiglia, che deve stare qui e garantire che le cose vadano avanti così. È fondamentale per noi, e per Montalcino stessa”.
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