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STORIA E FUTURO

Il Chianti Geografico è salvo: per 7,2 milioni di euro entra nella galassia Tenute Piccini

Dopo la liquidazione volontaria, la cooperativa fondata nel 1961 pronta al rilancio, sotto la guida enologica di Riccardo Cotarella

Missione compiuta: il Chianti Geografico, marchio storico del vino toscano, soprattutto nel territorio del Chianti e del Chianti Classico (ma anche a San Gimignano, terra della Vernaccia, e nei Colli Senesi), cooperativa fondata nel 1961 e finita in liquidazione volontaria nel 2015, è salvo. Grazie allo sforzo di Tenute Piccini, realtà fondata nel 1882 da Angiolo Piccini, e oggi guidata dalla quarta generazione di famiglia, ovvero Mario Piccini, a capo del gruppo, che, dopo aver gestito in affitto i vigneti di 60 soci per più di due anni e mezzo, a fine 2018, ha deciso di acquistarli, con un investimento di 7,2 milioni di euro che, come riporta “La Repubblica - Firenze”, hanno permesso di salvare dal fallimento la cooperativa. Soldi che, se da un lato, permettono a Tenute Piccini di ampliare ulteriormente il proprio patrimonio vitivinicolo, che già mette insieme 150 ettari di vigneto divisi tra la Fattoria di Valiano, nel Chianti Classico (70 ettari vitati), la Tenuta Moraia in Maremma (60 ettari), Villa Cortile a Montalcino (12 ettari) e Regio Cantina in Basilicata, nel Vulture (15 ettari), dall’altro, servono a saldare i debiti e salvare la storia di una delle prime realtà del territorio nate per difendere il patrimonio storico, culturale e territoriale del cuore pulsante del Chianti. Investimenti ai quali se ne dovranno aggiungere altri, perché in vista, come racconta ancora “La Repubblica - Firenze” c’è un vero e proprio piano di rilancio, triennale, che passa per l’acquisto di nuove botti, vasche in cemento e serbatoi per le due cantine del Geografico, a Gaiole e a San Gimignano, sotto la regia del decano degli enologi italiani, Riccardo Cotarella, affiancato da Alessandro Barabesi, che l’8 marzo, al Relais Santa Croce di Firenze, insieme a Mario Piccini, presenteranno ufficialmente la nuova avventura, che porta in portafoglio un’azienda che, nel 2018, ha vinificato 15.500 quintali di uve, per un fatturato di 4,7 milioni di euro.

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