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I DATI ISTAT

Il florovivaismo italiano è da record, e vale oltre 3 miliardi di euro nel 2023

Il 5,2% di piante e fiori venduti nel mondo sono prodotti made in Italy, e l’Italia si conferma seconda potenza esportatrice europea e terza mondiale
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È made in Italy il 5,2% di piante e fiori venduti nel mondo

Continua a volare il florovivaismo nazionale, che anche nel 2023 mantieni i livelli record dell’anno precedente per un valore di oltre 3 miliardi di euro. Di particolare pregio il dato relativo all’export: il 5,2% di piante e fiori venduti nel mondo sono infatti prodotti made in Italy. Il dato è diffuso sulla base degli ultimi parametri forniti dall’Istat a giugno 2024 e secondo alcune analisi internazionali sull’export, a partire da quella di Myplant & Garden, la fiera professionale dell’orto-florovivaismo che si tiene ogni anno a Milano (19-21 febbraio 2025).
Il report economico segnala inoltre che le coltivazioni floricole sembrano essersi assestate a 1.465 milioni di euro (in valore, il 2,2% delle produzioni agricole italiane) e che le produzioni vivaistiche avrebbero confermato, secondo l’Istat, i 1.678 milioni di euro (in valore, il 2,5% delle coltivazioni agricole italiane). La bilancia commerciale del comparto si conferma in campo positivo, con un avanzo stimato, ad oggi, di 315 milioni di euro.
“Secondo le prime stime elaborate dalle agenzie internazionali, l’Italia - segnalano gli analisti - si conferma seconda potenza esportatrice europea e terza mondiale con oltre 1 miliardo e 200 milioni di prodotti vegetali (valore alla produzione), pari al 5,2% dell’export mondiale (stabile sul 2022), dominato dai Paesi Bassi (48,2% dell’export planetario, con un calo dell’1% del valore sul 2022) e, di seguito, presidiato per l’8,2% (quasi 2 miliardi di euro) dalla Colombia (-2% sul 2022)”. Dopo l’Italia seguono la Germania (4,1% sul totale, in calo dell’8% sul 2022) e l’Ecuador (3,9% sul totale, -7% sul 2022). In classifica spiccano i cali in doppia cifra di Cina (in decima posizione col 2% sull’export globale e il -11% sul 2022), Usa (in undicesima posizione con l’1,9% e il -12% sul 2022) e Danimarca al dodicesimo posto (1,7% e il -14% sul 2022).

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