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Il fornaio dei Savoia li creò per il Principe che non digeriva pane: 345 anni dopo è “GrissinoDay”

Nati nel 1679, ogni anno in Italia se ne producono 35.000 tonnellate pari al 6,4% di ricavi delle aziende panificatrici. Un amante? Napoleone
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I grissini torinesi

Napoleone Bonaparte se li faceva consegnare direttamente da Torino, e li amava particolarmente perché leggeri, più salutari rispetto al pane e anche più gustosi. Sono i grissini, il primo snack della storia del cibo: un’invenzione tutta italiana che ogni anno, il 27 novembre, festeggia la Giornata Mondiale dedicata. A crearli, nel 1679, 345 anni fa, Antonio Brunero, panificatore di Casa Savoia, preoccupato perché il Principe ereditario Vittorio Amedeo non riusciva a digerire la mollica del pane. Così chiese aiuto al medico del Re per individuare un’alternativa salutare, e, grazie alle indicazioni ricevute, il panettiere creò quello che, a tutti gli effetti, è un prodotto da forno, identico al pane, ma composto di sola crosta. Il nome, secondo alcune ricostruzioni, deriva da “ghersa”, che in dialetto piemontese significa “fila”, a suggerire la forma sottile e allungata del grissino.
Quel pane speciale, pensato per il giovane Savoia con problemi digestivi, piacque, però, anche a tutto il resto della corte e, ben presto, divenne un prodotto comune in tutti i forni di Torino, tanto che, dalla città sabauda, i grissini cominciarono a diffondersi nel resto d’Italia, anche perché, oltre ad essere saporiti, si conservavano più a lungo del pane che, invece, ai tempi, tendeva a seccarsi rapidamente. Diventarono uno dei primi “snack” consumati, ad esempio, durante le rappresentazioni teatrali ed i banchetti.
E ancora oggi sono un prodotto alimentare molto popolare e attuale: si possono trovare anche nei cesti del pane a ristorante, e in Italia ogni anno se ne producono 35.000 tonnellate. Numeri che vengono forniti dall’Aibi, l’Associazione Italiana Bakery Ingredients, che fa parte di Assitol, l’Associazione italiana dell’Industria olearia aderente a Federalimentare e Confindustria, e che in occasione della Giornata celebrativa ha pubblicato alcuni dati ad hoc. I grissini, tipologia di prodotto di cui fanno parte anche i crackers e i pani morbidi, rappresentano il 6,4% dei ricavi ottenuti dalle aziende della panificazione, collocandosi al quarto posto in classifica dopo pane, pizza e dolci da ricorrenza. A determinarne il buon andamento sul mercato sarebbe la digeribilità e, ancora di più, la praticità di uso come scorta in dispensa da utilizzare in mancanza di pane.
Tante ormai le versioni reperibili sugli scaffali di supermercati e botteghe: il classico con cristalli di sale piace ancora, ma ormai si possono trovare grissini conditi con oli diversi, aromatizzati al peperoncino o rosmarino, con semi, integrali, gluten-free e persino dolci. Ma sempre fedeli alle origini, continuando a conquistare il palato delle persone e affermandosi come un alimento senza tempo.

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