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IL GIORNALE

Con calcio e cibo la Cina è sempre più vicina ... La campagna acquisti di Pechino in Italia è balzata agli onori delle cronache per il tesoretto di partecipazioni nelle big di Piazza Affari. Ma allo shopping azionario i cinesi hanno affiancato una strategia di influenza ben più profonda, culturale. Che si allarga a settori come calcio e cibo, oltre che a veri e propri think tank . Lo dimostra l'acquisto da parte del gruppo immobiliare Wanda (guidato da Wang Jianlin, il secondo uomo più ricco della Cina) di Infront, società che gestisce i diritti tv del calcio. Anche la squadra del Pavia è finita in un mani cinesi: quelle del Pingy Shangai Investment di Xiandong Zhu, grande appassionato di calcio (ha annunciato la nascita di un Academy per la formazione di allenatori cinesi) e di cinema. Zhu ha finanziato il film Magic Card con Maria Grazia Cucinotta a patto che fosse girato a Pavia. E ha pure benedetto il primo ciak con l'incenso.
Quanto al cibo, la Coldiretti aveva già lanciato un allarme nel 2014 quando l'olio della Salov ( marchi Sagra e Berio) è finito nel carrello di Yimin, leader nella grande distribuzione. Non è solo una questione di gusto italiano. “L'appetito del Dragone fa il pari con la scarsità di terre arabili della Cina che versano in uno stato di degrado intensificato dall'industrializzazione pesante”, spiega Francesco Galietti, fondatore dell'osservatorio di rischio politico Policy Sonar e autore del libro “Pappa mundi” sulla geoconomia del cibo dove scrive che China Investment Corporation (CIC), il fondo sovrano cinese darà massima priorità agli investimenti nel food. Senza dimenticare il vino: “Dopo Cile e Bordeaux vorremmo investire in Australia e in Italia”, ha detto a WineNews Li Zefu, responsabile operativo della Cofco Greatwall Winery. E fra i nuovi proprietari della tenuta dell'ex giocatore e allenatore del Milan Nils Liedholm, nel Monferrato, è spuntato anche un partner di Hong Kong.
Il legame con Pechino non passa, dunque, solo dagli intrecci finanziari. La Cina è molto più vicina all'Italia di quanto si possa immaginare. E a fare da ciceroni in questa “Via della Seta” a flusso invertito sono alcuni personaggi noti in Italia. Come Giancarlo Elia Valori, presidente onorario della Huawei Technologies in Italia, o l'ex ad di Eni e Telecom Franco Bernabé, o come Alberto Forchielli, fondatore dell'Osservatorio Asia e ad di Mandarin Capital Management, nonché amico di Romano Prodi che dal 2010 è professore alla Ceibs (China Europe lnternational Business School) di Shanghai. Prodi ha anche fondato il centro studi Nomisma che tra l'altro indirizza la Banca di Sviluppo cinese verso le Pmi italiane. E pare sia stato lui a convincere l'agenzia di rating cinese Dagong a stabilire a Milano il quartier generale europeo. Ai ciceroni si aggiungono i think tank, i “serbatoi” di pensiero, che organizzano dibattiti sui rapporti con il Dragone come la Fondazione Italia-Cina di Cesare Romiti. O come ToChina, della facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Torino, che con il sostegno della Fondazione Crt organizza anche la ToChina Summer School cui partecipano studenti italiani e cinesi.

Camilla Conti

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