
In un’epoca in cui la tecnologia è onnipervasiva, anche in settori come l’agricoltura e la vitivinicoltura, ci si chiede cosa potremmo mai imparare dai sistemi agricoli del passato, o come potremmo applicarli alle nostre nuove, e ovviamente diverse, esigenze. A rispondere a questa domanda, a WineNews, ospite, nei giorni scorsi, della storica cantina Braida di Giacomo Bologna, a Rocchetta Tanaro, è stato Roberto Giacobbo, tra i divulgatori scientifici più seguiti ed amati dal pubblico televisivo (tra i suoi programmi più noti “Voyager” e “Freedom - Oltre il confine”), per raccontare l’avventura enoica della figlia Giovanna Giacobbo e del suo fidanzato Cataldo Faretra con la cantina Terre di Maria, alla quale lui stesso collabora: “raccogliamo chicco a chicco con una tecnologia avanzatissima. Telecamere, sensori, getti d’aria e micro-vibrazioni staccano solo il chicco dalla pianta senza traumatizzarla - spiega Giacobbo - come vedete, per ottenere un risultato “di altri tempi”, ci vuole una tecnologia moderna”. È così che la giovane cantina pugliese produce i vini della linea Neolitico ed il Primitivo in purezza Torreclava, la punta di diamante, vantando già diversi riconoscimenti (da Luca Maroni all’Ais - Associazione Italiana Sommelier, dal “Merano WineFestival” a “Forbes”) e registrando un crescente apprezzamento tra critica e guide.
“Terre di Maria - continua Giacobbo - ha i terreni su un antico sito del Neolitico, quando gli uomini, che avevano a disposizione tutta la terra che riuscivano a vedere, sceglievano gli appezzamenti più fruttiferi, fruttuosi e interessanti, che permettevano loro di lavorare un po’ meno in quanto più ricchi. E tutta questa storia è legata poi anche alla trasformazione: stiamo cercando di utilizzare le finalità di un tempo, ma che si possano applicare, visto l’impegno, solo con tecniche moderne”. Il risultato è un vino biologico e di grande struttura che, grazie ai moderni mezzi che permettono di seguire, con minor sforzo, le antiche pratiche, risulta “migliore”: più avvolgente, morbido e corposo. “Abbiamo unito le forze, la voglia, la conoscenza, la passione e la terra”: una terra speciale, secondo Roberto Giacobbo, come testimonia il fatto che proprio nella zona sorgeva l’antica città di Erdonia, una “piccola Pompei tutta da riscoprire”, a dimostrazione di come “se c’erano tanti uomini, tanto commercio e tanta agricoltura, allora vuol dire che questa terra è qualcosa di speciale”.
Roberto Giacobbo, interrogato sul rapporto che lega vino, scienza e cultura, ha risposto che il vino si lega alla “scienza perché è un’arte che si rifà a leggi ben precise che bisogna rispettare se si vuole un prodotto di qualità. Tra cultura e vino è qualcosa di più importante: è un “retaggio atavico”, un qualcosa che sta dentro di noi da tempi lontanissimi e che è sempre accompagnato da un rapporto di convivialità. Il vino, se conviviale, aiuta il rapporto tra gli uomini, in caso contrario, ottiene il risultato opposto: è tristezza”.
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