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Allegrini 2024

IL SECOLO XIX

La bellezza incontra il vino ... Gli architetti in cantina. Da Botta a Pomodoro, da Gehry a Calatrava: così gli artisti creano gli spazi per conoscere e degustare il nettare degli dei ... Minimaliste o fatte per stupire. Misteriose e nascoste o appariscenti. Griffate da grandi nomi dell’architettura mondiale o disegnate da giovani studi emergenti. Sono le nuove cantine italiane, d’autore, studiate nelle linee e nei materiali, progettate per conciliare modernità e bellezza, efficienza e rispetto delle geometrie del paesaggio. Se un secolo fa gli Agnelli celebravano i primi fasti della Fiat affidando a Giacomo Mattè Trucco la progettazione del Lingotto e se negli anni Cinquanta del Novecento la Pirelli chiedeva a Giò Ponti di disegnare il Pirellone, oggi che Piledexport vedono come unica voce in crescita l’agro-alimentare, sono sempre più numerosi i produttori di vino che investono anche in estetica e commissionano opere ai più quotati artisti contemporanei. Le cantine sono sempre più belle e accoglienti. E ci si va non solo per acquistare il vino,ma anche per ammirare opere d’arte, ascoltare un concerto, gustare la cucina di uno chef rinomato. Persino per sposarsi. Idea, quest’ultima, che sta conquistando gli stranieri come spiegano al portale WineNews i responsabili dell’agenzia Wine and Wedding, che organizza ricevimenti nuziali in cantina, dalle Langhe alla Toscana, comprese Valpolicella e Sicilia. E di cantine come spazi d’arte e cultura si parlerà domani e lunedì prossimi a Cortina d’Ampezzo all’interno di GustoCortina, vetrina del made in Italy enogastronomico, dove la giuria presieduta da Paolo Portoghesi assegnerà il Premio Cantina di Prometeo all’autore della miglior proposta architettonica e all’azienda più impegnata nel conciliare l’inserimento nel paesaggio con l’efficienza produttiva. Fino alla rinascita del vino italiano, negli anni Novanta, l’Italia poteva vantare solo suggestive cantine storiche in alcune zone: in Toscana, dove la viticoltura era rimasta appannaggio nei secoli delle famiglie aristocratiche e dove sono tuttora operative affascinanti cantine come il Greppo di Biondi Santi a Montalcino o Contucci e La Talosa a Montepulciano. In Valpollicella, in dimore cinquecentesche come Villa della Torre di Allegrini o Villa Bertani. In Piemonte, a Canelli con la sua estesa rete di cattedrali sotterranee, Contratto, Coppo, Bosca, Riccadonna, create alla fine dell’800 per l’affinamento degli spumanti. Per il resto i nuovi insediamenti raramente andavano al di là di anonimi e impattanti capannoni di cemento. Con risultati devastanti in zone, come le Langhe, dove la dolcezza del paesaggio e il valore dei vini avrebbero meritato altre attenzioni. Oggi la tendenza è opposta. La cantina viene interrata il più possibile, quasi nascosta. Alla Cantina Dei di Montepulciano, “dove mio padre ha messo insieme le sue due grandi passioni, il vino e il travertino” spiega Caterina Dei, un’ardita elicoidale introduce a un tempio sotterraneo, nelle viscere della terra. Chi oggi raggiunge la nuova cantina di Manincora Caldaro, vede solo i vigneti di Schiava che degradano verso il Kaltersee. E chi sceglie di visitare la cantina Trabucchi a Illasi, vi accede attraverso uno scenografico tunnel progettato dall’architetto Leonardo Clementi. Un colpo d’occhio spettacolare lo offre invece il Carapace, opera che la famiglia Lunelli, proprietaria della Ferrari di Trento, ha commissionato a Arnaldo Pomodoro per la tenuta Castelbuono a Bevagna, che produce Sagrantino. “Ho pensato a una forma che ricorda la tartaruga” racconta lo scultore “simbolo di stabilità e longevità, che con il suo carapace rappresenta l’unione tra terra e cielo”. Scenografica è anche la Cantina Petra a Suvereto, Livorno, monumentale porta che introduce nel cuore della collina: “Architettura del lavoro e dell’accoglienza” la definisce l’autore, Mario Botta. “Il tema dell’enologia affascina i massimi architetti contemporanei, da Botta a Piano, da Calatrava a Holl, a Gehry” osserva Gian Camillo Custoza, promotore con Maria Pia Montanari del Premio Cantina di Prometeo. Architetti, scultori. E scenografi,come Lele Luzzati,che a Nizza Monferrato, fra i vigneti di Barbera della Cascina La Court, aveva firmato per Michele Chiarlo quattro installazioni dedicate agli elementi naturali, nel parco dove il 6 luglio verrà inaugurata la Porta Artistica sui vigneti, scultura dell’artista pop Ugo Nespolo. Infine c’è chi la cantina se la crea da solo, con il proprio genio o con le proprie mani. Come Sandro Chia, maestro della Transavanguardia, che al Castello di Romitorio, Montalcino ha realizzato una facciata movimentatissima, tutta statue e bassorilievi. Oppure chi, come Dominikus Morandell, sotto il suo maso nella parte alta di Caldaro, Bolzano, ha scavato con le mani la sua cantina d’autore.

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