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CULTURA ENOICA

Il top del vino d’Italia e di Francia a confronto su “Il luogo, marchio del gusto”, in Val d’Orcia

Dal 28 al 30 marzo tornano le Giornate Giulio Gambelli volute da Pasquale Forte. Con, tra gli altri, Aubert de Villaine del mito Domaine Romanée-Conti
AUBERT DE VILLAINE, FRANCIA, GIORNATE GIULIO GAMBELLI, ITALIA, PASQUALE FORTE, vino, Italia
Il co-proprietario di Domaine Romanee Conti Aubert de Villaine, con il patron di Podere Forte, Pasquale Forte

Se c’è un valore che lega i produttori di vino della Vecchia Europa, e che sempre più si fa largo anche nel “Nuovo Mondo”, quello è il territorio. E vale tanto più per Italia e Francia, i due Paesi produttori più importanti del mondo, che delle espressioni territoriali, seppur declinate in maniera diversa, hanno fatto i pilastri delle loro fortune vinicole. Due culture enoiche che si riuniranno nella Val d’Orcia patrimonio Unesco, con alcuni dei nomi top della viticoltura e dell’enologia del Belpaese e d’Oltralpe, a dibattere sul tema de “Il luogo, marchio del gusto”, nella seconda edizione delle Giornate Giulio Gambelli (28-30 marzo, a Rocca d’Orcia), dedicate alla memoria di “bicchierino”, patriarca del successo del Sangiovese, il maestro assaggiatore per eccellenza e più talentuoso che l’Italia abbia avuto, volute da Pasquale Forte, alla guida di Podere Forte, diventata in pochi anni una delle cantine di riferimento della Doc Orcia (e già punta a Montalcino, dove ha acquisito la residenza storica del Vescovo, palazzo del Cinquecento, e che sarebbe in cerca un ettaro a vigneto, ad altissima vocazione, nella terra del Brunello). L’ospite più atteso, ovviamente, è Aubert de Villaine co-proprietario di una delle cantine più prestigiose del vino mondiale, Domaine Romanée-Conti, icona della Borgogna.
Ma nel “simposio” ispirato da “Le Rencontres Henri Jayer”, altro produttori simbolo della Borgogna, e promotore oltre 20 anni fa di questi rendez-vous straordinari tra i produttori, pensati, come spiega Forte, come “un’occasione di scambio onesto, serio e trasparente”, ci saranno, dalla Francia, ed in particolare dalla Borgogna, ma anche da Bordeaux e Champagne nomi come Thibault Liger Belair del Domaine Thibault Liger Belair, Lydia e Claude Bourguignon, due tra i più qualificati ingegneri agronomi al mondo e l’enologo e consulente francese tra i più rinomati Bernard Hervet, ma anche Richard Geoffroy, per 28 anni chef de cave di Dom Perignon, Bruno Clavelier (Domaine Bruno Clavelier), Alexander Chartogne (Chartogne-Taillet) Naudine Gublin (Domaine Jacques Prieur), Loic Pasquet (Liber Pater Bordeaux) e ancora Jean Pierre Giraud della Tonnellerie Tarasaud, e Jacky Rigaux fondatore della Bourgogne Society; mentre, dall’Italia, e soprattutto da Barolo e da Montalcino, ma anche da San Gimignano, dal Chianti Classico e dell’Abruzzo, arriveranno nomi come Alessandro Ceretto (Ceretto), Giacomo Neri (Casanova di Neri), Aldo Vajra (G. D. Vajra), Mauro Mascarello (Mascarello Giuseppe & Figli), e ancora Sofia Pepe (Emidio Pepe), Francesco Ripaccioli (Canalicchio di Sopra), Elisabetta Fagiuoli (Montenidoli), Stella Viola di Campalto (Stella di Campalto - Agricola San Giuseppe), Lionel Cusin (Cupano), Roberto Giannelli (Tenuta San Filippo) e Tommaso Marrocchesi Marzi della Tenuta di Bibbiano, realtà storica del Chianti Classico ed una delle cantine più legate alla figura di Giulio Gambelli.
Giornate in cui i protagonisti possono condividere le proprie storie, idee, progetti, raccontando il proprio territorio attraverso degustazioni e “un dialogo ispirante che evidenzia come il vino sia storia e patrimonio culturale da salvaguardare”.

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