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GUSTO E VIAGGI

Il turismo engastronomico cresce del 9% nel 2017: da Firenze a Venezia, è il successo dei mercati

Primo “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano”: un italiano su tre ha fatto almeno un viaggio motivato da cibo, vino e birra
ENOTURISMO, RAPPORTO ENOTURISMO, ROBERTA GARIBALDI, Italia
Il Mercado de la Boquerìa a Barcellona

Se il turismo enogastronomico aumenta del 9% nell’ultimo anno, con un italiano su tre che ha fatto almeno un viaggio motivato da cibo, vino e birra, lo si deve anche alle visite ai mercati. A dirlo è il Primo “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano”, studio coordinato dalla professoressa Roberta Garibaldi sotto l’egida dell’Università degli studi di Bergamo e della World Food Travel Association (www.robertagaribaldi.it), che traccia un quadro del settore e delinea le tendenze di un segmento turistico in crescita in tutto il mondo. Secondo la ricerca, la visita di un mercato con prodotti del territorio si piazza infatti al secondo posto nella lista di esperienze food preferite dagli italiani (indicata dal 70%), subito dopo l’ovvio assaggio di piatti tipici in un ristorante locale (73%), e al primo posto tra quelle più gradite dai turisti enogastronomici.
“I mercati di prodotti del territorio sono apprezzati e ricercati dai turisti - commenta Roberta Garibaldi, che da più di 20 anni si occupa professionalmente di turismo, in ambito accademico e istituzionale - e l’offerta oggi si sta diversificando con luoghi sempre più esperienziali, laboratori, incroci non solo di individui, ma anche di arte, musica, cibo, architettura. In Italia abbiamo ottime realtà, che possono essere potenziate con formule più attrattive”. Che ci sia un ulteriore spazio di crescita lo rivela proprio il “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano”, secondo cui il confronto tra esperienze fruite e desiderate evidenzia un divario ancora ampio: la visita ai mercati di prodotti del territorio è ambita dall´88% del totale dei turisti.
“Valorizzare l’esistente o sviluppare nuovi modelli può quindi essere un’opportunità per le destinazioni che stanno puntando, o sono in procinto di farlo, sul turismo enogastronomico, pensando alla possibilità di creare più mercati permanenti, più curati dagli allestimenti alle esperienze”, aggiunge la Garibaldi. I turisti ricercano i prodotti del luogo, la narrazione delle loro storie, l’incontro coi produttori, ma anche la possibilità di degustare. I mercati in questo senso un modo eccezionale di conoscere una città e un territorio. Ne raccontano l´anima più autentica, con i colori, i profumi, la folla e, ovviamente, i prodotti. Alcuni hanno conservato l´aspetto storico, come Pignasecca a Napoli o Ballarò a Palermo, altri si sono evoluti con nuove offerte, dai corsi di cucina ai piatti, dagli eventi alle degustazioni, fino alle architetture più avveniristiche, come raccontano le case history del Mercato Centrale di Firenze e di Roma, ma anche il Fondaco dei Tedeschi a Venezia o, fuori dall’Italia, il Mercat de la Boquería, a Barcellona, il BIKINI Kantini a Berlino, il Foodhallen di Amsterdam, il Markthal di Rotterdam e, dall’altra parte dell´Oceano, il Chelsea Market di New York.

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