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IL VINO BRITISH, FRUTTO DEL RISCALDAMENTO DEL PIANETA, ORMAI È UNA REALTÀ E L'ANNATA 2009 SI PREANNUNCIA DI LIVELLO QUALITATIVO DECISAMENTE ALTO

Oltre 100 ettari di vigna con 15 diverse varietà di vite. Non siamo in Italia, o in Francia, ma in Inghilterra, appena una trentina di chilometri a sud ovest di Londra. Mentre gli esperti dibattono sui cambiamenti climatici, e c‘è chi li nega, il vino inglese sembra trarre beneficio da un barometro più che mai favorevole.
La stessa scena si ripete quest’anno in tutti i vigneti britannici: grazie a temperature favorevoli durante la fioritura, i produttori potrebbero essere premiati con un raccolto record e l’ennesimo vino d’annata. Un trend cominciato una decina d’anni fa, come conferma Marcus Sharp l’enologo di Denbies Wine Estate: “è veramente un’ottima vendemmia. Frutti maturi e in grande quantità. Il punto di maturazione è andato migliorando, i volumi sono aumentati e l’acidità è diminuita. Stiamo producendo sempre più vino. Quest’anno, non so, forse quattro o 500.000 bottiglie”.
C’è chi è convinto che la rivoluzione dei vini britannici sia appena cominciata. La viticoltura locale potrebbe cambiare radicalmente in un lasso di tempo relativamente breve se le temperature dovessero aumentare come previsto dagli esperti, ovvero tra 2 a 5 gradi nell’Inghilterra meridionale e 2 in Scozia. Secondo il geologo Richard Selley “gran parte dell’Inghilterra meridionale sarà persino troppo calda per la viticoltura. Nel 2080 sarà probabile trovare vigneti nelle Highlands scozzesi, la Côte d’Ecosse, si potrebbe chiamare così. E ho sempre fantasticato sull’idea di avere vigneti sulla riva nord di Loch Ness: terrazzata, potrebbe essere adatta al Riesling, al Schönberger e ad altre varità tedesche”.
Per Richard Selley, docente all’Imperial College di Londra e autore di una ricerca sull’evoluzione della viticoltura nel Regno Unito dal periodo romano ai giorni nostri, spiega: “fino a 50 anni fa c’erano pochi vigneti in questo paese. Il numero è aumentato in modo esponenziale a partire dalla metà del secolo scorso. Si può anche vedere come nel tempo il limite delle terre coltivate a vigna si sia spostato a nord verso la frontiera anglo-scozzese”.
I vigneti ufficialmente registrati in Gran Bretagna sono passati da 333 nel 2002, a 416 nel 2008. Cresce anche l’area coltivata: da 812 a 1.106 ettari nello stesso periodo. Cominciano a comparire anche nuovi vitigni tipici di zone più calde. E Chistopher White, amministratore di Denbies Wine Estate, spiega: “abbiamo sentito gli effetti dei cambiamenti climatici qui. Negli ultimi anni abbiamo quindi deciso di sperimentare nuove varietà che non erano mai state coltivate nel Regno Unito, come il Sauvignon Blanc. Abbiamo davvero rischiato 20 anni fa piantando il Pinot Noir e si è rivelata una delle nostre scelte migliori. Lo spumante britannico ha raggiunto ottimi livelli. Stiamo vincendo premi a livello internazionale e vent’anni fa non accadeva”.
Fonte: www.euronews.net

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