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IL VINO CHE METTE D’ACCORDO TUTTE LE GUIDE E’ SICILIANO: E’ IL DELIELLA 2000, IL NERO D’AVOLA DEL FEUDO PRINCIPI DI BUTERA DI GIANNI ZONIN

E’ riuscito nella difficile impresa di mettere d’accordo, al suo debutto, tutte le più importanti guide enologiche italiane: il Deliella 2000, Nero d’Avola in purezza prodotto nel Feudo Principi di Butera di Gianni Zonin, si aggiudica alla sua prima uscita i “Tre Bicchieri” della Guida Gambero Rosso/Slow Food, i “5 Grappoli” della Guida dell’Associazione Italiana Sommelier, il “Sole” della Guida di Luigi Veronelli ed un’importante valutazione della Guida di Luca Maroni, oltre ad essere inserito nei “100 migliori vini d’Italia” della Sommelierie Internazionale. Un risultato che premia l’impegno dell’enologo Franco Giacosa, responsabile dello staff tecnico della famiglia Zonin, da sempre sostenitore del più grande vitigno autoctono della Sicilia, il Nero d’Avola. Franco Giacosa, grazie alla sua esperienza, è riuscito a interpretarne al meglio le potenzialità, lasciandogli esprimere tutte le sue straordinarie caratteristiche.
Ma i brillanti riconoscimenti ottenuti dal Deliella rappresentano anche la conferma della “svolta” qualitativa di cui oggi è protagonista a pieno titolo la famiglia Zonin, una potente riconversione verso l’eccellenza attuata ripiantando i vigneti, migliorando i vini, operando un accurato restyling delle cantine nelle 11 tenute in 7 regioni d’Italia. Per Gianni Zonin, che con i suoi 1.800 ettari di vigneto è il più grande vignaiolo del nostro Paese, il plauso unanime attribuito al Deliella rappresenta la migliore conferma che la scelta di investire in Sicilia è stata corretta e vincente: “Sono stato uno dei pionieri – evidenzia Zonin – a credere fortemente nella vitivinicoltura della Sicilia. I premi ottenuti rappresentano l’inizio e lo sprone per proseguire nella strada degli investimenti nella vitivinicoltura di qualità, nei più vocati territori del nostro Paese. L’impegno che qui abbiamo profuso è pari infatti a quello che stiamo dedicando allo sviluppo di tutte le tenute della famiglia, convinti che solo investendo nella qualità sarà possibile rimanere competitivi anche in futuro. Per rispondere alla globalizzazione del mercato e alla internazionalizzazione del gusto bisogna puntare sulle nostre eccellenze, ed il Sud è la culla della nuova eccellenza italiana, il vero Rinascimento della nostra vitivinicoltura”.
A convincere il più grande vignaiolo d’Italia a scommettere sul Mezzogiorno sono state le grandi potenzialità dei territori di Sicilia e Puglia e dei vitigni autoctoni, celebrati in tutto il mondo dopo decenni d’oblio: “Oggi, nel Sud Italia, è possibile - spiega Gianni Zonin - produrre vini in linea con le nuove richieste dei consumatori, ormai sempre più orientati verso rossi corposi, ben strutturati, mediterranei, frutto di un patrimonio varietale di primissimo ordine, fra i più indicati a produrre vini di qualità, tipici, ed, al tempo stesso, di forte appeal internazionale. La Sicilia ha insomma terroir e storia, ma anche un corredo di vitigni autoctoni di eccezionali potenzialità: proprio per questo sarà un felice “dovere” produrre Nero d’Avola, scegliendo di stare sui mercati internazionali con un grande vino italiano. Ma lo splendido terroir siciliano permette anche di ottenere Cabernet Sauvignon, Merlot e Chardonnay non omologabili perché portano l’imprinting di un territorio d’eccezione: la Sicilia, una delle migliori terra da vino del mondo”.
Ma il percorso di riconversione attuato da Zonin è molto più ampio e parte da lontano: “Dopo aver consolidato e qualificato le nostre produzioni in Veneto, in Friuli, in Piemonte e in Toscana - spiega Zonin - i terroir italiani già famosi nel mondo per l’alta qualità e l’immagine di eccellenza, abbiamo deciso di esplorare nuove opportunità. Negli anni ‘80 abbiamo lavorato in Oltrepò Pavese, e ancora ci lavoreremo, per qualificare vitigni autoctoni come la Croatina (alla base di un vino frutto della tradizione, la Bonarda) e per affermare un grande spumante Metodo Classico, come quello a base Pinot Nero che lì si produce. Negli anni ‘90 abbiamo avviato la fase di riqualificazione di tutti i nostri vigneti in nome della qualità totale. Nel nuovo secolo abbiamo messo solide radici al Sud per essere protagonisti della rinascita del vino italiano. Ora è qui che dobbiamo produrre un nuovo sforzo: alla fine del percorso, tengo a sottolineare che avremo 200 ettari vitati in Sicilia e 200 ettari vitati in Puglia. Ed ancora una volta abbiamo operato la scelta di avere nostre vigne per poter controllare tutta la filiera della produzione e realizzare così l’obiettivo della qualità totale”.

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