Da un lato, il grande tema della sostenibilità, e, dall’altro, l’innovazione del packaging del vino. E così, nasce anche la bottiglia di carta, idea che arriva dall’Inghilterra, firmata Frugalpac, che trova la prima applicazione reale in Italia, con la Cantina Goccia, in Umbria, di proprietà di Ceri Parke. Un’idea non del tutto nuova, visto che tentativi di introdurre sul mercato bottiglie di carta riciclata per il vino se ne vedono almeno da 10 anni. Ma ora, forse, la sensibilità sui temi ambientali da un lato, e l’esigenza di innovazione che ogni grande crisi porta in seno, potrebbero essere le condizioni per una diffusione reale sui mercati. La bottiglia, che è rivestita da una micro pellicola di plastica, anch’essa riciclabile, pesa appena 83 grammi, almeno 5 volte più leggera, spiega l’azienda produttrice, di una normale bottiglia di vetro, ha una carboon footprint ed una water footprint inferiore, può essere riciclata a sua volta e, curiosità, attraverso gli appositi macchinari e materiali può essere addirittura prodotta direttamente nella cantina o nel luogo di imbottigliamento, abbattendo ancora di più i costi, economici ed ambientali, di trasporto. E la Cantina Goccia l’ha già adottata sul mercato, con il suo Cantina Goccia 3Q, blend di Sangiovese, Merlot e Cabernet Sauvignon. Che, per ora, nella bottiglia cartacea, è acquistabile solo on line, mentre nel retail è stata lanciata in Scozia da Woodwinters Wines & Whiskies, e alla curiosità starebbero guardando anche diverse catene di supermercati inglesi. Il tempo dirà se sarà solo una provocazione, un fenomeno di marketing o l’inizio del percorso di un nuovo formato per il commercio del vino.
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