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“IL VINO ITALIANO IN CONFRONTO AL RESTO DELL’ECONOMIA È UN PARADISO, MA NON CI SI PUÒ SEDERE SUGLI ALLORI, SERVONO RETI D’IMPRESA”. COSÌ SEBASTIANO BARISONI (RADIO24) AD “ANTEPRIMA AMARONE”. FOCUS: LE 10 PICCOLE CANTINE IN ASSAGGIO SU CUI PUNTARE

“Il vino italiano, in confronto ad altri settori dell’economia nazionale è un paradiso, un isola felice. Anche i dati sull’export 2013 lo dicono, è un settore che nonostante tutto vale 10 miliardi di euro di fatturato più l’indotto. Ma non ci si può sedere sugli allori e, soprattutto, bisogna capire quanto si vuole e si può diventare grandi, come gestire la miniera d’oro prima che la vena si esaurisca”. Sono le considerazioni e le provocazioni di Sebastiano Barisoni, giornalista ed osservatore economico nonchè voce importante dei programmi di “Radio24” (Il Sole 24 Ore), ad “Anteprima Amarone”, di scena ieri ed oggi, a Verona, promossa dal Consorzio dei vini della Valpolicella, che ha visto il debutto dell’annata 2010, la prima a Docg del più importante vino del territorio, l’Amarone. Riflessioni, quelle del giornalista, che fotografano alla perfezione la situazione della Valpolicella del vino, che in due decadi ha visto una crescita produttiva ed economica, e che ora deve trovare il modo per gestirla al meglio, senza eccessi, trovando un punto di sintesi tra le diverse anime del territorio.
Riferimento chiaro alla differenza di posizioni tra il Consorzio e le Famiglie dell’Amarone d’Arte, soprattutto su quello che, per il primo, è una semplice presa d’atto formale, e per le altre una vera e propria modifica al disciplinare che rischia di snaturare il vero Amarone, e su cui ora la Regione Veneto ha sollecitato un nuovo confronto. “Confronto al quale, in realtà, il Consorzio non ha mai voluto sottrarsi – spiega, a WineNews, il presidente del Consorzio, Christian Marchesin - su questo tema sono state dette cose non vere. In ogni modo, guardando invece alla situazione attuale e ai mercati di maggior prospettiva, al di là di quelli già consolidati, penso a Russia, Olanda, Germania e Svizzera, esclusi Paesi da monopolio come Canada, Svezia e Norvegia, che danno risultati già importanti. Qualche difficoltà in più c’è sulla Cina, dove dobbiamo valutare come muoverci. Le prospettive della denominazione sono buone, ma non dobbiamo sederci, e in momenti di difficoltà tutti devono rinunciare a qualcosa nel benessere collettivo, dobbiamo fare sistema, il consorzio ha l’“erga omnes”, è la casa di tutti. E non basta, dobbiamo fare sistema anche tra Consorzi, a partire dai Consorzi dei vini del Veneto”.
“Per guardare al futuro si deve riflettere su quali sono gli elementi essenziali della storia della Valpolicella - ha aggiunto il direttore del Consorzio, Olga Bussinello - quali cose sono cambiate in 90 anni, scegliere cosa tenere e cosa cambiare. La valpolicella si è allargata, è innegabile, certe aziende hanno cambiato ruolo e filosofia, il mercato è cambiato, era territoriale, ora il 90% della produzione va all’estero”. Cosa fare, per migliorare ancora in futuro? Una delle soluzioni, che vale per la Valpolicella, ma anche per il resto del vino (e non solo del vino) italiano, possono essere “le reti d’impresa, soprattutto in mercati lontani e sui cui servono investimenti a lungo termine - ha detto ancora Barisoni - perché permettono iniziative sinergiche e alleanze che non snaturano il modo di essere e di produrre dei singoli, tanto per quelli che vivono di “territorio”, che per quelli che possono puntare sul proprio “brand”. Non possiamo compiacersi di quanto fatto finora, e rimanere così divisi e frammentati: il mondo galoppa”.

Focus - “Anteprima Amarone”: 10 piccole cantine su cui puntare …
Tra i tanti assaggi, che Winenews ha fatto, ad “Anteprima Amarone” 2010, ecco una selezione di piccole aziende di diverse zone, filosofie, stili e dimensioni, che ci hanno colpito e ci sono piaciute, sui cui puntare per la propria cantina: Cav. G.B. Bertani, Ca’ la Bionda, Chiccheri, Fratelli Tezza, Guerrieri Rizzardi, Le Marognole, Massimago, Monte del Frà, Secondo Marco, Valentina Cubi.

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